Economia

L'Ue tenta il blitz per bloccare vendite e affitti delle case che "consumano" troppo

Vietati dal 2027 affitti o vendite di immobili che non saranno adeguati all'efficientamento energetico richiesto dalla Commissione europea: ecco cosa dice la bozza

L'Ue tenta il blitz per bloccare vendite e affitti delle case che "consumano" troppo

Rivoluzione in vista sul mercato degli immobili: saranno vietate vendite e affitti se non si rispetteranno i nuovi parametri stabiliti dalla Commissione europea in linea con la transizione energetica e l'impatto ambientale. In sostanza, i proprietari di case e fabbricati che sprecano troppa energia e fanno parte delle classi energetiche più basse potranno dire addio all'idea di ricavare un profitto dai loro beni.

Cosa dice la riforma choc

Senza utilizzare troppa fantasia, le ricadute economiche saranno pesantissime: la bozza choc non è ancora stata pubblicata ma, da quanto ha appreso Il Messaggero, il rischio è di un boomerang negativo sui mercati immobiliari di tutti i Paesi dell'Unione europea. L'operazione inizierà gradualmente dal 2027 e, entro il 2050, tutti gli edifici dovranno essere "a emissioni zero".

Stop ad affitti e vendite dal 2027

Sembra che ci sia molto tempo ma l'impresa è pressoché impossibile: mettere a norma una quantità indefinita di edifici che, attualmente, presentano le classe energetiche più basse come la G sembra una chimera più che una cosa fattibile. La direttiva stabilita dall'Ue vorrebbe che dal 2027 tutti gli immobili siano standardizzati sulla classe energetica E che dovrà diventare D dal 2030 e C dal 1° gennaio 2033. Infine, entro il 2035, un ulteriore efficientamento fino ad arrivare alle classi A e B, quelle che "consumano" meno e rispettano l'ambiente. I proprietari che si rifiuteranno di adeguarsi a questi standard non potranno più affittare o vendere quanto posseduto dal 2027, una cosa ad oggi impensabile. Ma soprattutto, come si potranno affrontare certe spese?

L'impresa titanica della riqualificazione

Sebbene il Superbonus 110% va in questa direzione, è anche vero che il bonus perderà valore fino al 65% e che, come affermato dal ministro dell'Economia Daniele Franco, secondo "i dati Enea, a fronte di 9,6 miliardi di lavori gli oneri ammontano a 10,5 miliardi, e siamo allo 0,5% del patrimonio immobiliare italiano". In pratica, adeguare ogni singolo edificio alla nuova normativa ha dei costi insostenibili che verrebbero soltanto parzialmente attenuati dai vari bonus statali. L'unica "scappatoia" per evitare di vedere andare in fumo il ricavato di affitti e vendite sarà quello di raggiungere la classe energetica richiesta "entro tre anni dalla stipula dell’atto di vendita o del contratto di affitto".

"Assurde previsioni normative"

La notizia ha fatto sobbalzare Confedilizia, la quale ha affermato al Messaggero che "l’obbligatorietà della riqualificazione energetica, oltre ad essere inaccettabile e costosa, è accompagnata da ulteriori, assurde, previsioni normative. Gli edifici privi dei requisiti minimi richiesti dalla Direttiva verranno espunti dal mercato delle locazioni e delle compravendite". Immaginiamo che non si possa puù far parte del mercato immobiliare, le ricadute saranno anche di carattere sociale con una significativa riduzione "del numero di immobili posti sul mercato degli affitti e, inoltre, i canoni cresceranno esponenzialmente al costo sostenuto dai proprietari per adeguare gli immobili stessi".

Confedilizia sottolinea come ci sarà una svalutazione per tutti gli immobili già privi dei requisiti minimi. Insomma, all'orizzonte si prepara un terremoto immobiliare che non ha precedenti: verrà fermato sul nascere o si andrà esattamente nella situazione sopra descritta?

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