Visco: «Sugli stress test contrasti con la Bce»

Visco: «Sugli stress test contrasti con la Bce»

«Valutazioni contrastanti». Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nell'intervento alla 90sima Giornata del risparmio organizzata dall'Acri, ha usato toni felpati, ma ha voluto puntualizzare che le interazioni tra Via Nazionale e l'Eurotower, nel corso degli stress test, non sono state sempre cordiali.

Il numero uno di Via Nazionale ha ricordato pedissequamente le circostanze che hanno determinato una penalizzazione degli istituti italiani: un orizzonte di test più esteso (3 anni) rispetto al passato, un'ipotesi di caduta del Pil devastante e un trattamento dei titoli di Stato in portafoglio (rimozione dei filtri prudenziali sulle perdite in conto capitale). A questo va aggiunto che la «valutazione complessiva» si è svolta «in un orizzonte di tempo oggettivamente limitato e su un numero di intermediari molto elevato». Ma l'esame gravoso è stato portato a termine «in un confronto complesso, a volte caratterizzato da valutazioni contrastanti». Insomma, aver concluso l'esame con le sole bocciature degli «esempi di mala gestio» Mps e Carige può considerarsi un successo. Se Palazzo Koch non avesse messo i puntini sulle «i» le cose sarebbero andate peggio. Ecco perché in quelle parole «valutazioni contrastanti» si condensa il disappunto che pervade Via Nazionale e il sistema bancario italiano per il trattamento riservato. E che si traduce in una parziale sconfessione dei criteri usati.

Per questo motivo, Visco si è augurato che «dal nuovo sistema di vigilanza bancaria scaturiscano benefici per il nostro Paese come per l'Europa». Per conseguirli, ha aggiunto, «sono necessarie unità di intenti e condivisione delle responsabilità». In pratica, la Banca d'Italia ha sottolineato che non si farà mettere fuori gioco dalla nuova vigilanza comunitaria e che sarà pronta a difendere le prerogative del sistema ogni qualvolta saranno messe in discussione.

Auspicio condiviso dal presidente dell'Abi, Antonio Patuelli. «Confidiamo che le banche italiane, che usano il risparmio per fare prestiti, non siano penalizzate rispetto a quelle straniere che privilegiano la finanza speculativa», ha precisato nel suo discorso. A margine dell'evento ha invece stigmatizzato le improvvide dichiarazioni del presidente dell'Eba, Andrea Enria, che giovedì scorso ha provocato un calo dei titoli bancari affermando che «le banche non dovrebbero sentirsi al sicuro dopo gli stress test».

La fotografia emersa dalla «Giornata del risparmio», però, è quella di un'Italia economicamente ancora troppo malata per sperare in un salto di qualità. «Non siamo in deflazione ma non possiamo ignorarne il rischio concreto», ha affermato Visco rimarcando che «una favorevole dinamica del credito stenta a materializzarsi»: i prestiti alle famiglie e, soprattutto, alle imprese sia nell'area euro che nel nostro Paese mostrano un andamento tutt'altro che incoraggiante (eccezion fatta per i mutui ipotecari).

Fino a qualche anno fa il governatore avrebbe criticato l'esecutivo in quanto corresponsabile del deterioramento del quadro macroeconomico (la pressione fiscale elevata è uno dei fattori chiave).

Visco ha preferito incoraggiare il governo Renzi giudicando «opportuna» l'azione di rinvio del risanamento dei conti pubblici. Spezzare il circolo vizioso del rigore teutonico che produce recessione, in fondo, val bene un endorsement .

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