Vivendi stringe la presa su Telecom

I francesi tornano sopra il 24%. E Fastweb lancia la sfida nei cellulari superveloci

Maddalena Camera

Vivendi risale di un altro 1% in Telecom Italia. Ora la società francese detiene il 24,19%, una quota dunque simile a quella posseduta prima della diluizione dovuta all'emissione di azioni per coprire la conversione del bond convertendo. Per Vivendi si è trattato di una buona occasione d'acquisto visto che ha in carico il titolo a oltre 1 euro contro i circa 70 centesimi segnati ieri in Piazza Affari (+2,6% lo score). Inoltre, dopo la caduta di Renzi, potrebbe cambiare la politica del governo che aveva molto spinto Enel a realizzare una rete in fibra alternativa a quella di Telecom. Tale urgenza potrebbe essere meno sentita ed Enel, che ha comperato Metroweb, pensare di rivedere i suoi piani. E se sempre ieri l'Agcom ha bocciato la proposta di Tim sugli aumenti per il servizio universale, quello senza Internet che conta pochi utenti, Fastweb ha annunciato una mossa destinata a dare un nuovo scossone al mercato delle tlc. Il più «fisso» degli operatori italiani ha deciso infatti di realizzare una rete mobile 5G, ossia l'evoluzione dell'attuale 4G, utilizzando le frequenze a 3,5Ghz di Tiscali.

Un piano complesso quello dell'operatore controllato dagli svizzeri di Swisscom per entrare nel mondo della convergenza tra fisso e mobile. Un passo però necessario. Fastweb ha 2,5 milioni di clienti nell'ultrabroadband fissa e circa 600 nel mobile, dove è già presente come operatore virtuale, grazie alla rete di Tim a 4G. «Con il 5G però sarà diverso - ha detto l'ad Alberto Calcagno- dato che svilupperemo una nostra rete proprietaria che si appoggerà ai 20mila cabinet (che diventeranno 50mila) in fibra già presenti in tutte le grandi città italiane. Saremo pronti a coprire già nel 2020 il 20% della popolazione».

A dire il vero le cose non sono proprio chiarissime visto che le frequenze a 3,5 Ghz sono «alte» e quindi necessitano di molte antenne e hanno scarsa penetrazione negli edifici. E dunque, anche se nessuno lo spiega, è d'obbligo pensare che a monte il rapporto con Tim sarà più stretto del previsto, permettendo all'operatore ex-monopolista di usufruire di una rete 5G senza dover fare investimenti ingenti grazie a una sinergia, già in atto nella banda larga fissa, con Fastweb. In realtà l'operatore in fibra pensa anche alla possibilità di fornire servizi ad altri, come Iliad che presto sbarcherà in Italia e che Calcagno vede come «una opportunità» e non come un concorrente. Quanto agli investimenti l'ad non si sbilancia. «Saranno in linea con quelli degli anni passati pari al 30% dei ricavi». Parte di quelli sulla fibra saranno dunque dirottati allo sviluppo della nuova strategia sul mobile che però al momento vede un solo vincitore.

Ossia Tiscali che lunedì, grazie all'affitto delle frequenze e alla cessione di un portafoglio di clienti business (sempre a Fastweb) ha portato a casa circa 45 milioni di euro oltre a un contratto di affitto pari a 2,5 milioni all'anno. Il risultato è stato un balzo del titolo in Borsa del 14%, con Calcagno che ha negato progetti di fusione.

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