Pierluigi Bonora
Le autorità Usa e Volkswagen hanno trovato un accordo sui rimedi proposti dal gruppo per rimediare al dieselgate. Secondo Cnbc, ai proprietari dei circa 600mila veicoli «taroccati» in circolazione negli Usa, saranno offerti 5mila dollari ciascuno (3 miliardi in tutto). La proposta contenente possibili rimedi doveva essere presentata entro oggi. Torna intanto a scaldarsi il tema dieselgate. Due le ragioni: il 28 aprile, a Wolfsburg, il Gruppo Volkswagen, protagonista dello scandalo, presenterà i conti del 2015 insieme all'impatto economico causato dalla vicenda; allo stesso tempo, secondo l'agenzia Dpa, il colosso tedesco potrebbe rimandare l'annunciata pubblicazione dei risultati provvisori sulle indagini che riguardano le responsabilità al suo interno. Potrebbero inoltre aumentare fino alla doppia cifra gli accantonamenti, a partire dagli attuali 6,7 miliardi di dollari. Gli analisti di Ubs ipotizzano che l'incidenza dello scandalo sui conti sarà di 38 miliardi, 20 per quelli di SocGen. È intanto emerso che il software che ha portato al dieselgate sarebbe stato ideato da Audi nel 1999. Le indiscrezioni sono di Handelsblatt.
Alcuni ingegneri avrebbero creato il software in grado di alterare le emissioni di NOx (ossidi azoto) sui veicoli diesel, ma non sarebbe mai stato utilizzato su modelli Audi. Il software sarebbe invece stato installato su auto Volkswagen 6 anni dopo. Dalla Germania, intanto, come riferisce la Sueddeutsche Zeitung, rivelando gli esiti delle verifiche dell'Ufficio federale della circolazione, sono diverse le imprese automobilistiche che hanno barato sui modelli con motore a gasolio. «Numerosi produttori - si legge - hanno costruito i propri motori in modo tale che, a temperature basse, emettano gas non filtrato». La sostanza in questione è l'ossido di azoto. Alcune Case costruttrici sono già state contattate affinché attuino le modifiche necessarie.
In Italia, invece, è attesa la pubblicazione delle verifiche che i tecnici del ministero dei Trasporti hanno eseguito su un migliaio di veicoli diesel di nuova produzione, delle varie marche. L'indagine voluta dal ministro Graziano Delrio, e costata 5 milioni, era partita in autunno all'indomani dello scoppio del dieselgate. Tegola, infine, su Mitsubishi il cui titolo ha perso ieri il 15% alla Borsa di Tokio.
La Casa giapponese ha ammesso di aver manipolato i dati di consumo del carburante di circa 625mila minicar vendute in Giappone. «Esprimiamo profonde scuse a tutti i nostri clienti e alle parti interessate», così Mitsubishi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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