Edison, grandi manovre di Edf

È bastata la notizia che i soci di Delmi, la holding azionista di Edison che raggruppa alcune ex municipalizzate (tra cui A2A), hanno dato incarico a due advisor di studiare proposte su come valorizzare la partecipazione in Foro Buonaparte. E il titolo ha chiuso in crescita del 6,2%.
Ma la vera partita su Edison riguarda il riassetto azionario della società. Questa volta ad aprire le danze è stata Edf. I francesi hanno infatti chiesto al sindaco di Milano e azionista di A2A, Letizia Moratti, di fare proposte per il riassetto. E questo con le elezioni imminenti (anche se non toccavano direttamente il Comune) e con la «grana» della sostituzione di Renzo Capra al vertice della sorveglianza di A2A. Ovviamente non è arrivata nessuna risposta, ma questo sta dando modo ai francesi di dire: «Gli italiani fanno le trattative a mezzo stampa, ma quando si passa al concreto si defilano». Poi, domenica scorsa, Edf ha tenuto un incontro a Londra con i vertici di tutte le società in cui ha partecipazioni rilevanti, con un messaggio, tra gli altri: «Il mercato italiano resta strategico». Infine nei giorni scorsi un importante manager di Edf ha incontrato Gianni Letta per affrontare la questione.
Un dato è certo: anche i francesi hanno preso atto che il matrimonio con A2A ha crepe profonde. Soprattutto su un punto: la politica commerciale di Edison è confliggente con quella dell’azionista A2A, ma fa comodo a Edf. E in un’intervista al Giornale di alcuni mesi fa il presidente di A2A, Giuliano Zuccoli, aveva messo il problema sul tavolo. Quanto ai francesi si rendono conto del conflitto, come pure del fatto che deve essere risolto. Magari non come vuole Zuccoli. Ma non è il solo elemento di attrito: Edf ha stabilito un asse con Enel sul nucleare, Zuccoli puntava invece a essere attraverso Edison il partner preferito da Edf. E ora guarda a tutte le alternative tecnologiche, anche se non è una strada facile. E per finire Milano non dimentica che Edf si era messa di traverso quando l’allora Aem cercava di salire nella svizzera Atel. Tutto sembrerebbe portare verso un divorzio, ma non è detto che ci si arrivi. E in ogni caso bisogna vedere come.
E infatti le strade sono numerose. La fusione di A2A in Edison: creerebbe la seconda società italiana del settore, in grado di far seriamente concorrenza a Enel. Industrialmente avrebbe senso, ma al di là di una quota paritetica di Edf e dei Comuni (ciascuno avrebbe il 27%), di fatto il gruppo sarebbe targato francese. In sostanza, ha sempre sostenuto Zuccoli, sarebbe regalare A2A ai francesi. E ovviamente si oppone. Poi c’è l’ipotesi di uno spezzatino di Edison: Zuccoli vorrebbe Edipower, ma Edf ha già detto che non se ne parla. Magari si può pensare a qualche centrale. Oppure A2A potrebbe rilevare il contratto di fornitura del rigassificatore in Adriatico, ma è difficile che i francesi accettino perchè sono interessati al gas. C’è poi un’altra via d’uscita: l’Opa. È costosa e Edf oggi è venditore, più che compratore. Nè A2A può permettersi altri esborsi, perchè già indebitata. Con un problema in più: un’Edison tutta francese sarebbe accettabile al governo italiano? O A2A dovrebbe essere sostituita da un altro socio, magari finanziario? Se esiste. Ma l’Opa oggi è meno impossibile.

Con un’ultima via d’uscita, che potrebbe anche essere quella scelta: Zuccoli ha chiesto una svolta radicale che valorizzi l’investimento industriale di A2A in Edison. Edf potrebbe forse accettare, ma sarebbe una pace armata, in attesa del prossimo scontro.

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