da Milano
La settimana scorsa, in Commissione parlamentare Cultura, aveva avuto il via libera. Anzi, il via libera «tra gli applausi», assicura il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allEditoria Paolo Bonaiuti. Sì, perché una norma che introduce criteri di trasparenza ed equità per i giornali, stabilendo premi proporzionati alla vendita reale di copie e alla distribuzione, e non aiutini a pioggia indiscriminati, non poteva che raccogliere consensi bipartisan. Fino a ieri. Già, perché ieri, contro questa norma - larticolo 44 del decreto legge varato lo scorso 18 giugno cè stata da sinistra, in occasione dellassemblea nazionale di Mediacoop - lassociazione nazionale delle cooperative editoriali e della comunicazione - unautentica levata di scudi: da Beppe Giulietti al ministro ombra del Pd Giovanna Melandri, tutto un coro di richieste di ritiro dellarticolo e di annunci di rottura del dialogo tra maggioranza e opposizione anche su questo tema. Una bagarre durata sino al pomeriggio, quando la sinistra è stata costretta a prendere atto di ciò che fin dal principio era lampante: e che cioè la norma non stabilisce chi ha diritto ai contributi e chi no, tema specifico che solo il regolamento che il Parlamento dovrà varare può affrontare.
Incredulo Bonaiuti: «Come mai una regola destinata a produrre trasparenza e moralità nelleditoria passa in Commissione tra gli applausi dei deputati e ora solleva una levata di scudi allinterno di unassemblea di settore? Quello che era buono ieri non è più buono oggi? Viene il sospetto, a meno che lopposizione non chiarisca subito questo inspiegabile equivoco, che quanto chiedono la riforma delleditoria a parole non la vogliano poi realmente nei fatti. Ma cosa hanno capito lonorevole Melandri e lonorevole Giulietti? Chi è dentro e chi è fuori dai contributi per leditoria lo stabiliscono soltanto le leggi varate dal Parlamento sovrano, e non certo un regolamento che dovrà essere approvato entro 60 giorni con tutte le garanzie istituzionali. La norma introdotta nel decreto legge premia chi distribuisce o vende realmente le copie e chi tutela loccupazione giornalistica, così come ci è stato chiesto a gran voce da tutte le forze in Parlamento, compresa lIdv. Dire che sono esterrefatto è dire poco. Non centra niente quellarticolo con il rifinanziamento dei contributi diretti che è tuttaltra partita da regolare allinterno della Finanziaria, come sempre».
A lanciare lallarme proprio Mediacoop, preoccupata che le somme stanziate in Finanziaria costituiscano il limite massimo di spesa per i contributi di settore. Immediato il putiferio. Giovanna Melandri (Pd): «Il governo ritiri quellarticolo: non possiamo incamminarci sulla strada di un confronto tra maggioranza e opposizione con questa mannaia sulla testa». E Giuseppe Giulietti (Idv), portavoce di Articolo 21: «Serve un immediato chiarimento nelle commissioni parlamentari. Pensavamo che almeno nel settore del libro e delleditoria si potesse tentare un dialogo con la maggioranza».
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