Roma

Eleonora Danco porta in scena le dolorose gare di resistenza

È stato appena pubblicato per Minimum Fax il libro di racconti Ero purissima di Eleonora Danco, la quale con le sue storie ambientate a Roma tra emarginati, tossici e ragazzi perduti, in pochi anni ha conquistato la scena della drammaturgia «arrabbiata», portando sulla scena monologhi forti come pugni nello stomaco. Storie che parlano di infanzia violata, di conflitti irrisolti, di stati d’animo che evocano chiodi nella pancia per dolorose gare di resistenza. È il caso di Scroscio e Nessuno ci guarda allestimenti ospitati all’Ambra Jovinelli dal 17 al 22 febbraio e che s’ispirano, come approccio emotivo, rispettivamente al personaggio border line interpretato da Robert De Niro in Taxi Driver di Martin Scorsese e al girotondo di ricordi infantili del felliniano 8 e1/2. Due testi diversi in cui emerge, prepotente, la forza corrosiva del testo. Fedele al suo essere la «cosa» che sta recitando, in Scroscio Eleonora Danco diventa la donna adulta immersa in una realtà distorta. «Ruba soldi agli uomini e alla sorella, dice bugie al padre, scappa dal lavoro in un perenne conflitto esistenziale tra il voler essere come gli altri e il non riuscire ad integrarsi. È una centralinista di una casa editrice che soffre il mal di vivere, ma allo stesso tempo è vitale perché si ribella ai luoghi comuni» spiega l'autrice che per visualizzare l’essere impigliata nell’adolescenza della protagonista ha immaginato una morbida metafora: «giace immersa in un enorme barattolo dorato di crema, una crema di lusso. Chiedendo in giro ho scoperto che è il sogno del 99% delle donne». In Nessuno ci guarda atto unico ispirato alla pittura di Jackson Pollock, le parole in scena diventano macchie di colore, il corpo schizza, corre, si arrampica furente. «In questo testo prevale l’infanzia del personaggio coi suoi condizionamenti e le ossessioni: il cibo, la scuola, l’attrazione fisica per il padre, il desiderio di morte per la madre».

In scena anche Livia Liverani e Raffaele Castagna.

Commenti