Gli elettori calano di sei punti Ma l’Italia è prima in Europa

Astensionismo si temeva e astensionismo, alla fine, è stato: meno sei punti per le Europee, meno quattro per le Provinciali, meno tre per le Comunali. Un ribasso generalizzato, che ha risparmiato - parzialmente - le amministrative, che comunque hanno registrato percentuali più alte. Unica consolazione, il fatto che anche negli altri Paesi dell’Ue il calo dei votanti è stato una costante, e che nel complesso l’Italia è stata la meno «fredda» rispetto all’elezione degli eurodeputati, anzi la più europeista. Secondo le stime del Parlamento europeo questa consultazione ha toccato il minimo storico, con il 43 per cento di affluenza complessiva. Una soglia ben al di sotto del dato italiano.
Votanti giù dappertutto, dunque. Con punte da record all’Aquila. Nel capoluogo abruzzese martoriato due mesi fa dal terremoto l’affluenza è andata giù in picchiata: 27,9 per cento contro il 73 del 2004, 46 punti in meno.
Che andare oltre il 70%, come avvenuto nel 2004, fosse praticamente impossibile, si era capito già prima della consultazione. E i dati man mano elaborati dal Viminale non hanno fatto altro che confermare il trend. Questo il dettaglio, quasi definitivo (8094 comuni su 8100): il 66,4 per cento, contro il 72,8 di cinque anni fa. Giù anche le Provinciali, 70,5 per cento contro il 74,3 del 2004. L’unica consultazione a tenere, sia pure con una lieve flessione, è stata quella per rinnovare sindaci e Consigli comunali: 76,7 contro il 79,3 per cento.
Il voto, nel complesso, si è svolto senza difficoltà, con i disguidi fisiologici di tutte le elezioni. In provincia di Cosenza un pensionato è stato denunciato perché sorpreso a fotografare col cellulare la scheda elettorale. A Latina una signora ha sbagliato a votare, pretendeva il cambio della scheda e sono dovuti intervenire i carabinieri. A Roma è culminato in uno scontro fisico il battibecco tra un rappresentante di lista del Pd e un «collega» del Pdl. Voto «romantico» a Caltanissetta. In due sezioni alla periferia della città è andata via la luce, e le operazioni sono proseguite a lume di candela.
Un caso tutto particolare a Melizzano, in provincia di Benevento, dove si votava per le amministrative. Il candidato sindaco del Pd Rossano Insogna (in passato segretario provinciale dei Ds di Benevento) e alcuni candidati del centrosinistra al Consiglio comunale si sono fatti nominare rappresentanti di lista per le Europee. In questo modo, di fatto, hanno presenziato ai seggi. A denunciare il caso il sottosegretario al Welfare Pasquale Viespoli e il vicecapogruppo del Pdl al Senato Cosimo Izzo, che hanno annunciato un’interrogazione al ministero dell’Interno. «È questa l’etica politica della sinistra?», hanno tuonato Viespoli e Izzo. «È consentito dalla legge», ha replicato il diretto interessato.

La palma di regione col maggior numero di votanti è andata all’Umbria, con il 64,7% alle 19, seguita a ruota dall’Emilia Romagna, con il 64,4. Fanalino di coda la Sardegna, con un tonfo al 29,2%, a fronte del 60% del 2004.

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