Referendum

"Gli elettori hanno capito che era solo una truffa"

Il capogruppo del Carroccio alla Camera apre alle riforme: "Ora riduciamo il numero dei parlamentari e diamo vita al senato federale"

"Gli elettori hanno capito che era solo una truffa"

Roma - «Passiamo alla seconda domanda perché la prima, “Come va?” è scontata: va benissimo, non bene».

Onorevole Roberto Cota, in effetti la sento contento.
«Be’ sì. La gente ha capito l’inganno e non è andata a votare. Una nostra vittoria».

Vostro successo o flop annunciato?
«Gli italiani hanno recepito il messaggio: questi referendum erano una truffa».

Addirittura?
«Presentati come qualcosa che migliorava la legge per dare più potere ai cittadini, in realtà avrebbero impedito di scegliere una lista all’interno di una coalizione».

Esito mortale per voi.
«Per la democrazia: sarebbe uscita una legge peggiore della legge Acerbo».

Dica la verità: avete mai temuto che si raggiungesse il quorum?
«Sinceramente ci aspettavamo questo risultato, fermo restando il più profondo rispetto per gli italiani, anche se avesse vinto il “sì”».

Sarebbe stato un miracolo: nessuno ha fatto campagna elettorale.
«Vero. E questo dimostra che Berlusconi è persona corretta. Un’ulteriore conferma che la maggioranza di governo è solida, compatta, coesa».

Eppure il sì avrebbe avvantaggiato il Pdl, non crede?
«Forse, ma ha vinto il pluralismo della coalizione. Pdl più Lega: ecco il vero valore aggiunto, l’elemento propulsore».

Calderoli ha provocato: manderemo il conto a Segni e Guzzetta. Quanto?
«Difficile stabilirlo con precisione ma ha ragione. La questione della spesa ora si ritorce contro di loro. L’accorpamento con i ballottaggi è stato accettabile e abbiamo risparmiato qualcosa».

Il bipartitismo è stato bocciato definitivamente?
«La presenza della Lega, movimento con un forte radicamento territoriale, resta fondamentale. Ma il bipolarismo, con alleanze programmatiche e coese, gode di ottima salute».

Il «sì» non avrebbe garantito una maggiore semplificazione del panorama politico?
«Ma la semplificazione c’è già. Il sistema attuale garantisce semplificazione, stabilità e rappresentanza».

Ci teniamo il «porcellum» vita natural durante?
«La legge elettorale si deve affrontare secondo logica, all’interno di una riforma complessiva dello Stato».

Che comporta?
«Riduzione del numero dei parlamentari, fine del bicameralismo perfetto, rivisitazione delle circoscrizioni, Senato federale».

Quando?
«Entro questa legislatura. Questo governo è il governo delle riforme, federalismo costituzionale in testa».

Ennesimo flop del referendum: l’istituto è in crisi?
«Sicuramente qualcosa va modificato e ha fatto bene Maroni ad anticipare una proposta di modifica».

Abbassare il quorum?
«Meglio aumentare il numero di firme necessarie per proporre dei quesiti».

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