Elezioni per 41 milioni di italiani Ecco il manuale per votare

La clessidra è agli sgoccioli. Da oggi mancano meno di 48 ore al via per quello che sarà l’ultimo grande appuntamento elettorale fino al 2013 - a meno di una clamorosa quanto improbabile conclusione anticipata della legislatura. Si torna al voto con numeri importanti. Quasi 41 milioni di italiani chiamati alle urne (19,7 milioni gli uomini, 21,2 milioni le donne) per rinnovare governatori e parlamentini di tredici Regioni.
Quando si vota
Seggi spalancati dalle 8 alle 22 di domenica 28 marzo e dalle 7 alle 15 di lunedì 29. Nessun rinvio nel Lazio dopo il caos liste. Solo per quanto riguarda provinciali e comunali, eventuale turno di ballottaggio domenica 11 e lunedì 12 aprile.
La tornata delle amministrative
Il 28 e 29 marzo si decidono pure gli equilibri di quattro Province (Imperia, Viterbo, Caserta e L’Aquila dopo il terremoto) e 463 Comuni, di cui 9 capoluogo (Venezia, Mantova, Lecco, Lodi, Macerata, Chieti, Andria, Matera e Vibo Valentia). Big in campo nel centrodestra: il ministro Renato Brunetta corre in Laguna, mentre il viceministro Roberto Castelli punta alla fascia tricolore nella sua Lecco.
Il «risiko» dei governatori
La gara per scegliere 13 presidenti di Regione, da nord a sud, avrà rilevanti conseguenze sul futuro della politica nazionale. Si vota in Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. Cioè in tutte le Regioni a Statuto ordinario, a eccezione di Abruzzo e Molise. Saltano il turno quelle a Statuto speciale. Questa la fotografia ai blocchi di partenza: 11 a 2 per il centrosinistra, così andò nel 2005. Un quadro destinato a mutare radicalmente. Basti notare che, in base ai risultati delle Europee 2009, il centrodestra nel giugno scorso avrebbe vinto in dieci casi e sarebbe stato sconfitto soltanto in Toscana, Emilia e Umbria.
I testa a testa
Per la prima volta in Piemonte e Veneto, la coalizione di maggioranza nel Paese scommette su due uomini targati Lega, rispettivamente Roberto Cota e Luca Zaia contrapposti a Mercedes Bresso e Giuseppe Bortolussi. In Lombardia l’ostacolo al quarto mandato consecutivo di Roberto Formigoni è rappresentato dall’ex presidente della Provincia di Milano, il piddino Filippo Penati. In Liguria è la riedizione del confronto di 5 anni fa tra Claudio Burlando (centrosinistra) e Sandro Biasotti (centrodestra).
E siamo all’Appennino, rosso per tradizione ma con Pdl e Lega in costante rimonta ovunque. Da segnalare la partita dipinta interamente di rosa in Umbria, dove la vincente delle primarie del centrosinistra, l’europarlamentare Pd Catiuscia Marini, si difende dall’attacco dell’avvocato Fiammetta Modena (Pdl-Lega) ma anche dalla teodem Paola Binetti, capofila dei centristi di Casini.
Battaglia campale nel Lazio tra la candidata governatrice del centrodestra Renata Polverini e la radicale sostenuta dalla sinistra Emma Bonino. Riflettori puntati sul Sud: in Campania il dopo-Bassolino se lo giocano Stefano Caldoro (centrodestra) contro Vincenzo De Luca (centrosinistra); in Puglia Nichi Vendola (Sel e Pd) vuole la riconferma ma Rocco Palese (Pdl) è dato a un passo dall’aggancio.

Infine in Calabria il governatore uscente Agazio Loiero è costretto a rincorrere nei sondaggi l’apprezzato sindaco di Reggio Giuseppe Scopelliti (Pdl). Dappertutto pesa la variabile impazzita Udc, alleata del Pdl (come nel Lazio), del Pd (vedi in Piemonte) o in ballo da sola (per esempio in Lombardia e in Puglia).

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