Immagino, nello scrivere queste righe, il pericolo cui vado incontro. Il pericolo cioè dessere aggregato alla schiera - in verità foltissima - di coloro che allietano la vita delle Alte Autorità con lodi cortigiane: in generale apprezzatissime. Si aggiunga che nello sterminato repertorio delladulazione il tono deamicisiano è tra i più usati, e che nellargomento di cui tratto potrebbero esere ravvisati echi remoti di Edmondo dei languori.
E tuttavia non rinuncio. In una Italia dove la classe politica ha un tasso di popolarità vicino allo zero (sono coinvolte nella diffusa disistima le famiglie dei politici, agnati e cognati inclusi) ogni episodio che un po la riscatti deve essere considerato provvidenziale; anche se quellepisodio è un infortunio stradale, grazie a Dio con lievi conseguenze.
È notizia dellaltro ieri: la signora Clio Napolitano è stata urtata da unautomobile mentre, sola e senza scorta, lasciato il Quirinale da unuscita secondaria, traversava via XX settembre sulle strisce pedonali. Ci spiace per la signora, cui facciamo tanti auguri. Ma la ringraziamo vivamente per ciò che con quella passeggiatina è riuscita a dire, senza di proposito volerlo, ai cittadini.
Ha detto che la moglie del presidente della Repubblica può muoversi senza che davanti a lei, attorno a lei e dietro a lei si muova la folla di clientes e assistenti dalla quale sono di solito attorniati gli italici governanti e governatori (per non parlare delle celebrità come il paparazzo Fabrizio Corona). Senza propositi di ostentata semplicità popolare ma - questa è la mia impressione - per semplicità autentica Clio Napolitano ci ha dato un segnale daltri luoghi se non daltri tempi.
Leggiamo sui giornali dei re e principi scandinavi che vanno in giro in bicicletta, dei ministri svizzeri che prendono lautobus, e abbiamo invidiato i Paesi dove la regalità è alla mano e le eccellenze pagano i biglietti. Li abbiamo invidiati soprattutto quando capitava dassistere alle resse plaudenti da cui era gratificato, nelle terre dorigine, un qualsiasi potente (definendosi così anche un sottosegretario dun ministero inutile).
Lepisodio di via XX settembre non ha cattivi. Perché - a quanto mi pare risulti - al volante dellutilitaria investitrice era unaltra signora, anche lei anziana, forse abbacinata dai raggi del sole morente. Niente pirata, nemmeno una piratessa. Tra tanti furori, possiamo una volta tanto assistere sereni a un «fait divers» che è davvero diverso, perché si distacca da certa sguaiata normalità del costume nazionale. Dobbiamo commentare non larroganza del potere, ma la vicinanza del potere, una volta tanto, ai casi delle esistenze anonime di milioni ditaliani.
Direte che se basta una coserella come questa per consolarci, siamo proprio ridotti male. Forse è così. Forse abbiamo bisogno di trovare antidoti alle amarezze e ai rancori. Tutto questo non mi avvicina nemmeno un po, sia chiaro, alle scelte ideologiche che Giorgio Napolitano ha impersonato durante il suo lungo percorso nei palazzi. Ma mi avvicina molto allo stile della first lady (cui poco si addice, del resto, questo termine dimportazione).
Mario Cervi
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