Elogio della semplicità (che semplice poi non è)

Dieci regole auree per non complicarsi la vita Le rivela lo scrittore americano John Maeda

Per scoprire l’acqua calda servono due cose: l’acqua e una fonte di calore. Soltanto così qualcuno potrà dire o pensare «ho scoperto l’acqua calda». Questo qualcuno è il terzo componente della scoperta: il vero o presunto scopritore. Ma la storia non finisce qui. Perché lo scopritore vuole ben presto comunicare la scoperta a qualcun altro che gli dica più o meno: «ma che bravo!». E questo qualcun altro è il quarto componente della scoperta.
Ebbene, leggendo Le leggi della semplicità (Bruno Mondadori, pagg. 148, euro 10, traduzione di Marco Faillo) di John Maeda avvertiamo la sensazione di essere il quarto elemento della scoperta dell’acqua calda. Dovete sapere che Maeda non è un Pinco Pallino qualsiasi. È «graphic designer, artista visivo e teorico dell’informatica, insegna Media arts sciences al Massachusetts Institute of Technology», informa la quarta di copertina. Quarantenne, ha una faccia da ragazzino nippo-americano, una moglie e quattro figlie (ce l’ha spifferato Wikipedia, the free encyclopedia). Insomma, un uomo di successo nella vita, oltre che nel lavoro. E le sue opere sono esposte al San Francisco Museum of Modern Art e al MoMa di New York. Tanto per gradire.
Ora, perché uno così si mette a scrivere un libro sulla scoperta dell’acqua calda? La risposta, diciamolo subito, non è su Internet. La risposta è dentro di noi, fruitori di acqua calda. «Di rado fornisco risposte ma, come voi, pongo molte domande», sospira l’autore nell’introduzione dal titolo «Semplicità=Serenità». E subito la sua prosa dottamente divulgativa ci cattura più di un giallo di Agatha Christie. Soltanto, al posto di Dieci piccoli indiani ci sono dieci leggi. Eccole: «RIDUCI. Il modo più semplice per conseguire la semplicità è attraverso un riduzione ragionata. ORGANIZZA. L’organizzazione fa sì che un sistema composto da molti elementi appaia costituito da pochi. TEMPO. I risparmi di tempo somigliano alla semplicità. IMPARA. La conoscenza rende tutto più semplice. DIFFERENZE. La semplicità e la complessità sono necessarie l’una all’altra. CONTESTO. Ciò che sta alla periferia della semplicità non è assolutamente periferico. EMOZIONE. Meglio emozioni in più piuttosto che in meno. FIDUCIA. Noi crediamo nella semplicità. FALLIMENTO. Ci sono cose che non è possibile semplificare. L’UNICA. Semplicità significa sottrarre l’ovvio e aggiungere il significativo».
Non vi sentite già meglio? Se poi volete strafare, tuffatevi nei dieci capitoli relativi. E magari, dopo, riscrivete a modo vostro le dieci leggi. Per esempio: 1) Butta via ciò che non ti serve; 2) Metti i rotoli di carta igienica tutti nello stesso posto, così avrai più probabilità di trovarli quando ne hai urgenza; 3) Se devi far bollire l’acqua per farti gli spaghetti, è meglio riempire la pentola con acqua già un po’ calda; 4) Meglio saper cucinare che andare tutte le sere al ristorante; 5) Se ti squilla il telefono del cellulare e vedi sul display che è la donna che ami, non chiederti se la batteria è sufficientemente carica: rispondi; 6) E se poi la batteria si scarica proprio mentre lei sta per dirti una cosa «molto importante», datti dello scemo; 7) E se poi quella cosa «molto importante» è proprio quella che speravi, datti dello scemo un’altra volta perché non l’hai capita prima; 8) Quando le cose vanno bene, è tutta un’altra vita; 9) Quando le cose vanno male, mettiti in un angolo e soffri da solo; 10) Che le cose vadano bene o male, una cosa è certa: sei ancora vivo.


Visto com’è facile scoprire l’acqua calda? Solo che adesso ci vorrebbe qualcuno che dica più o meno: «ma che bravo!». Se non lo trovate, fregatevene. È l’undicesima legge. Ma non rivelatela a John Maeda. Sarebbe capace di scrivere un libro su come far raffreddare l’acqua calda.

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