Politica

Eluana Il giudice attacca «Applicate la sentenza»

MilanoLo dice al termine del proprio intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Lo dice, perché «un richiamo ancora non può essere eluso». Giuseppe Grechi, presidente della Corte d’appello di Milano, torna a parlare di Eluana Englaro, la donna in coma vegetativo da 17 anni. Poche parole per ribadire che «in questa vicenda i giudici non hanno invaso territori altrui». Ovvero, quelli della politica.
«In uno stato di diritto - insiste Grechi - il giudice non può rifiutare una risposta per quanto nuova o difficile sia la domanda di giustizia che gli viene rivolta». «Per altro verso - aggiunge -, nel cercare una risposta deve mantenere un atteggiamento di genuina umiltà e un costante ancoraggio ai principi della Costituzione, che è fondata sulla separazione dei poteri, per cui un potere non può interferire su un altro». E dunque, «né il potere legislativo, né il potere esecutivo possono porre nel nulla le sentenze definitive». Il messaggio è chiaro. «Quando una sentenza è definitiva, come nel caso di Eluana Englaro, si impone a tutti».
Inevitabile, la reazione della politica. Per il sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano, le parole di Grechi sono «l’ennesima dimostrazione della sindrome di onnipotenza che attraversa fasce anche autorevoli della magistratura». Ancora più dura la replica di Maurizio Gasparri, presidente del Pdl al Senato. La prima bordata. «Ribellarsi al Parlamento è un attentato alla Costituzione». La seconda. «Il presidente della Corte di appello di Milano è un eversivo». Ancora. «È una vergogna che ricopra quel ruolo. È un nemico del diritto e della democrazia. Le sue frasi sono da denuncia. Spero venga punito». In serata, Grechi risponde. Nessun passo indietro. «Sono convintissimo di quel che ho detto». Le parole di Gasparri? «Amenità». «Ho fatto un discorso istituzionale che mi sembra abbia raccolto il consenso di tutti. Io sono un libero magistrato che ha detto quel che pensa - insiste Grechi -, lui è un libero rappresentante del popolo che ha detto quel che pensa. Questa è la democrazia e non ho altro da replicare. Non cambio idea e né chiedo che la cambi lui».
Beppino Englaro, il padre di Eluana, incassa le parole del presidente della Corte d’appello.

«Quel che mi fa piacere è che ancora una volta i principi di diritto chiariti nella vicenda di Eluana per la magistratura sono intoccabili».

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