
Comunque vada, la partita sul nuovo stadio si chiuderà al massimo tra una settimana. Il Consiglio comunale si riunisce per discutere la delibera sul via libera alla vendita del Meazza e delle aree intorno a Milan e Inter giovedì in prima convocazione e c'è un'altra seduta fissata a oltranza (in seconda, quindi con un quorum più basso) lunedì 29. O la va o la spacca e la conta si farà fino all'ultimo. Ad oggi la maggioranza ha 23 sì sicuri (in prima convocazione ne servono 25), ci sono ancora due indecisi, Monica Romano del Pd e il capogruppo della Lista Sala Marco Fumagalli, 7 i contrari. Comitati ambientalisti e salva Meazza giocheranno tutte le carte fino all'ultimo e intanto va annotato che - come è successo già quando il sindaco Beppe Sala riferì in aula dopo la tempesta giudiziaria sull'urbanistica e l'assessore Giancarlo Tancredi rassegnò le dimissioni -, per contenere gli show in aula il Pd sta organizzando la "claque". "Abbiamo programmato un primo consiglio giovedì in cui la vicesindaco illustrerà la delibera e inizieremo il dibattito, ci sarà poi un secondo consiglio il 29 che terminerà con la votazione della delibera (speriamo favorevolmente) - è scritto nel messaggio che gira nelle chat dei militanti -. I consigli sono aperti a tutti fino al raggiungimento della capienza massima che è di 200 posti. Se qualcuno di voi riesce a venire per darci supporto ci fa piacere". Se la tribuna sarà "amica", opposizione e i consiglieri di maggioranza contro promettono battaglia. La vicesindaco Anna Scavuzzo aveva anticipato che la delibera "non è emendabile", i passaggi del testo sono concatenati e validati dagli advisor, per evitare di incappare in futuro in provvedimenti della Corte dei Conti e per non compromettere un accordo che è stato limato faticosamente fino all'ultimo con le squadre, in sostanza, la giunta non potrà esprimere pareri favorevoli a richieste di correzione. Ma da regolamento gli emendamenti si possono presentare e già soltanto Alessandro De Chirico (Forza Italia) anticipa di averne "pronti un migliaio". E confessa: "Se fossi un esponente di maggioranza non dormirei la notte, con tutte le mail, pressioni, commenti sui social che stiamo ricevendo dai comitati e dalla gente che lamenta la modalità con cui la delibera arriva in aula, senza un progetto vero dello stadio, blindata. E i rischi di danno erariale, checchè ne dicano altri, esistono. Sono ben contento di votare contro. Sono sempre stato favorevole all'ipotesi di un nuovo stadio ma contesto il metodo della giunta. Presentare un atto prendere e lasciare dopo sei anni di discussione? A scatola chiusa non compro niente, quando è successo ho preso solo grandi fregature". Il partito esprimerà la linea nei prossimi giorni. La capogruppo di Noi Moderati Mariangela Padalino anticipa che depositerà alcuni emendamenti "veri", non per fare ostruzionismo ma proposte che "potevano servire prima, per migliorare la contrattazione". Il gruppo di FdI si riunirà oggi per pianificare la strategia d'aula, oscilla tra voto contro e uscita dall'aula. La Lega è la più tentata dal no che dall'astensione, e nel primo caso preferirebbe arrivare al voto giovedì con il quorum più alto in prima. Ma sembra improbabile si riesca a chiudere prima del 29. Presenteranno emendamenti i Verdi, Enrico Fedrighini del gruppo misto, il Pd Alessandro Giungi che ne ha già anticipato uno sull'impossibilità di ricostruire l'effettiva catena societaria dei club. Come anticipato dal Giornale, "trattandosi di documentazione riservata - ha scritto il consulente legale del Comune Toffoletto - non hanno consentito la visione". Sul caso esponenti del centrosinistra contano sull'intervento di David Gentili del Comitato legalità, che sul tema del "titolare effettivo" ha dato battaglia negli anni passati.
Intanto è stata aggiunta una Commissione ad hoc domani, oltre a quelle già fissate oggi e mercoledì, per verificare se e quanto il Comune è garantito in caso di cessione anticipata delle aree o sulla rateizzazione dei 173 milioni. "Un sistema di scatole cinesi. Ma l'ordine della giunta ai consiglieri è "credere, obbedire, votare" contesta il verde Carlo Monguzzi.