Nel primo semestre dellanno, Eni lascia nel pantano libico una fetta consistente di utile netto, fermo a 3,8 miliardi, in calo del 6% tondo. La contrazione è più forte nel secondo trimestre: utili di 1,25 miliardi (-31%). Il protrarsi della crisi libica, infatti, ha influito parecchio sulla produzione di idrocarburi che ha segnato un significativo -15% a 1,48 milioni di barili al giorno. In ogni caso Eni propone un acconto dividendo di 0,52 euro per azione (0,50 nel settembre 2010). «I solidi risultati attesi per il 2011 - dice lad Paolo Scaroni agli analisti - e le prospettive di crescita e di redditività future ci consentono di confermare la nostra politica di dividendo. Le mancate produzioni in Libia hanno inciso su tutti i nostri settori di attività. Tuttavia, nonostante la crisi nel Nordafrica e i costi di approvvigionamento gas, che nel semestre non tengono conto dei benefici retroattivi delle rinegoziazioni in corso, Eni ha ottenuto solidi risultati». Nel primo semestre 2011, infatti, Eni ha registrato un utile operativo di 9,448 miliardi con un incremento del 3,2%.
Sulle prospettive 2011, il gruppo guidato da Paolo Scaroni - spiega una nota - indica «un margine di incertezza e volatilità a causa dellimprevedibilità degli sviluppi legati a fattori macroeconomici e geopolitici, mentre le quotazioni del petrolio sono attese da un trend solido, sostenuto anche da una certa ripresa della domanda». Scaroni parla anche della rinegoziazione dei contratti con Gazprom e Sonatrach: «Il dialogo prosegue in modo costruttivo e la chiusura è attesa entro la fine dellanno. Ovviamente con effetti retroattivi», è il commento dellad. Che conferma allo stesso tempo «il rapporto eccellente con il governo del Kazakhastan in merito al giacimento di Kashagan. Non ci sono problemi per la partenza a fine 2012».
Gli analisti, tuttavia, puntano lattenzione sulla sempre più probabile vendita della quota (oltre il 50%) di Snam Rete Gas. Comè noto una direttiva della Commissione Ue (terzo pacchetto energia sulla liberalizzazione del mercato del gas, ndr) separa le società di produzione dalle società di trasporto e distribuzione. Il governo italiano ha scelto lopzione della «separazione funzionale», in vigore dal 3 marzo 2012. Che cosa accadrà? Snam, il 12 luglio scorso ha approvato il conferimento dellattività di trasporto a una newco. La newco sarà operativa dal 1° gennaio prossimo. Eni, quindi, può mantenere la proprietà, ma garantendo lautonomia di chi gestisce la rete. Leventuale vendita sarebbe quindi una scelta che nulla ha a che vedere con le direttive Ue. Di fatto cè già una «separazione funzionale». Tuttavia le recenti pressioni di una parte della politica e lorientamento del nuovo presidente dellAutorità per lEnergia, Guido Bortoni, spingono nella direzione della separazione proprietaria. E Sacaroni, appena confermato per il terzo mandato al vertice Eni, appare disponibile: «Non siamo dogmatici sulla presenza di Snam nel nostro portafoglio. Ma niente fretta, abbiamo tempo per studiare bene il dossier».
E sembra che non ci sia fretta neppure per la vendita della quota detenuta nella portoghese Galp: «La nostra strategia - conclude Scaroni - non è cambiata.
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