Franco Fayenz
da Vignola
Ritorna la tradizione per cui, in ordine di tempo, il primo dei mille festival del jazz che hanno luogo destate in Italia si tiene qui, ai piedi delle colline fra Modena e Bologna, a un passo dalle scuderie della Ferrari. Il programma della diciottesima edizione di «Jazz inIt», elaborato come sempre dal direttore artistico Giuseppe De Biasi, ha fatto ascoltare in tre sere sei concerti dedicati al migliore jazz italiano.
Lapertura è toccata a Franco DAndrea al pianoforte solo, ricco più che mai di sottili trame armoniche, impegnate nellaccompagnamento delle stralunate sequenze filmiche di Saturnino Farandola di Marcel Fabre che risalgono addirittura al 1915. Nella seconda parte DAndrea si è esibito con il suo nuovo quartetto, eseguendo brani dal recente cd Dancing Structures che gli hanno permesso di sottolineare la complessità - dalla modalità medievale alla poliritmia africana - dei propri accenti compositivi. Tutta al femminile la seconda serata: la pianista Rita Marcotulli ha proposto le sue musiche di The Light Side of the Moon, accompagnata dalle foto scattate da Carlo Verri in trentanni di attività. A seguire, la cantante partenopea Maria Pia De Vito ha innestato le percussioni di Federico Sanesi e la vocalità delle Faraualla nella sua ricerca che attinge alle melodie popolari mediterranee, ma anche ai loop digitali e a scelte compositive da Benjamin Britten.
Hanno concluso il festival le ance di Gianluigi Trovesi, il pianoforte di Umberto Petrin, le percussioni di Fulvio Maras e le coreografie di Giorgio Rossi. Trovesi ha presentato in anteprima il contenuto del suo prossimo cd che uscirà per Ecm nel 2007, offrendo 70 minuti di pura elegia, con atmosfere sonore rarefatte e molto eleganti che hanno entusiasmato il pubblico.
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