Controcorrente

Con Eolus il meteo non sbaglierà più

Nello stabilimento Leonardo di Campi Bisenzio non si lavora solo per scoprire lo spazio, ma anche per comprendere meglio la terra. Venti, fulmini, mari, ma anche i boschi, addirittura le vigne. Sarà tutta italiana la missione Prisma, voluta progettata e finanziata dall'agenzia spaziale nazionale: un satellite tricolore che ambisce a essere un pioniere tra le missioni di esplorazione terrestre. Fornirà informazioni sulle risorse naturali, sull'inquinamento della terra e del mare, ma anche sul rischio vulcanico e idrogeologico. Darà indicazioni per l'«agricoltura di precisione», arrivando a comprendere anche i tempi di raccolta più giusti. Un satellite capace di aiutare le vendemmie, di indicare il consumo d'acqua più appropriato, di osservare le perdite di petrolio in mare e i boschi troppo secchi, quindi più a rischio incendi. Di analizzare lo stato di salute dei bacini da cui si attinge acqua da bere. E addirittura di verificare le condizioni dei beni culturali.

Lo strumento ottico che sarà lanciato sarà il più preciso mai mandato in orbita per l'osservazione della terra. E sarà tutto italiano, dalle lenti al lanciatore. Con Prisma, l'Italia sarà osservatore speciale della terra da una distanza di seicento chilometri e fornirà alla comunità scientifica internazionale dati mai rilevati sul pianeta azzurro.

A Campi Bisenzio è stato costruito anche lo strumento iperspettrale capace di scomporre le immagini in dieci colori. Le informazioni chimiche e fisiche, che siano acqua, terreni o manufatti umani, saranno venti volte più accurate di quelle di oggi. Il satellite italiano sarà dotato inoltre di una telecamera sensibile a tutti i colori .

Un'altra osservazione terrestre di altissima sofisticazione con un programma questa volta europeo sarà il Lightining imager. Lo strumento sarà composto da quattro telescopi che capteranno i fenomeni di fulminazione su Europa, Africa e parte del Sudamerica di giorno e di notte. Un'elaborazione elettronica complicatissima consentirà alla macchina di distinguere un fulmine da lampi che non dipendono da fenomeni atmosferici, come il riflesso dell'ala di un aereo. Due modelli sono appena stati testati e ora è tutto pronto per costruire lo strumento da lanciare. Sono stati anche elaborati i laser di bordo della missione Eolus, partita ad agosto per misurare i venti ad altissima quota, che punta a raddoppiare l'accuratezza e l'affidabilità delle previsioni metereologiche fino a sette-dieci giorni quella attuale.

EFo

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