Economia

E.On non si arrende a Enel-Acciona

da Milano

Alzare bandiera bianca, e spianare così la strada a Enel e Acciona nella campagna iberica per la conquista di Endesa? Non se ne parla: pur tra lo scetticismo della stampa tedesca che parla apertamente di «partita persa», il numero uno di E.On, Wulf Bernotat, non intende farsi da parte. «Noi aspettiamo di vedere cosa succede alla scadenza della presentazione delle offerte - ha dichiarato al settimale Der Spiegel - poi decideremo cosa fare e valuteremo se avremo avuto successo o no».
Dunque, l’Opa da 41 miliardi di euro (38,75 euro per azione) non sarà ritirata («Perché dovremmo farlo?»), mentre le parole di Bernotat sull’intenzione di tenere aperte «tutte le opzioni» sembrano indicare la possibilità di un rilancio dell’offerta, come già anticipato sabato scorso dal Giornale (ritocco fino a raggiungere un esborso complessivo attorno ai 45 miliardi) e da alcuni quotidiani spagnoli, secondo cui E.On metterà sul piatto 41-42 euro per ogni azione Endesa. Le cifre ipotizzate sono del resto assai verosimili, tenendo come riferimento i 41 euro per titolo che Enel sarebbe disposta a sborsare pur di assicurarsi il 100% della principale azienda elettrica spagnola, di cui già possiede il 24%. L’intervento della Cnmv, l’omologa iberica della nostra Consob, oltre ad aver imposto come previsto dalla legge uno stop di sei mesi alle iniziative dell’accoppiata Enel-Acciona, ha concesso ai tedeschi una boccata di ossigeno: i tempi di scadenza dell’offerta verrebbero spostati al 3 aprile rispetto alla scadenza originaria del 29 marzo. A patto, però, che sia rivista la portata economica dell’Opa stessa e che l’annuncio venga fatto entro domani.
Nell’intervista a Der Spiegel, Bernotat ha invitato i soci di Endesa a scegliere un’offerta certa, quella di E.On, piuttosto che quella incerta dei rivali, per la quale il pericolo è di vedere «i soldi non prima di un anno». È però improbabile che il gruppo tedesco, confidando nell’adesione immediata da parte degli azionisti, voglia correre il rischio di non migliorare l’offerta. Anche perché, al momento, solo i consiglieri di Endesa sembrano già schierati con E.On. Ma il loro peso specifico per l’esito della battaglia è men che marginale, potendo mettere assieme appena lo 0,2% del capitale della società spagnola. Decisamente più consistente è invece il pacchetto, di poco inferiore al 10%, nelle mani della Cassa di Madrid, che domani dovrà annunciare da quale parte intende stare. Bernotat dovrà comunque convincere la parte del board riluttante, nonostante l’ottima situazione di liquidità in cui versa E.On, ad allargare i cordoni della borsa.
L’inizio della prossima settimana dovrebbe inoltre coincidere con l’annuncio ufficiale dell’intesa tra Enel e Acciona, di natura paritaria stando alle dichiarazioni del presidente del gruppo elettrico italiano, Piero Gnudi. Luca Cordero di Montezemolo, numero uno di Confindustria, ha intanto mostrato ieri di gradire l’operazione: «Ben venga quando un’azienda italiana di queste dimensioni, di questa tecnologia e di queste capacità lo fa». A questo punto, l’attesa si concentra su quando Enel scoprirà le carte.

Secondo El Economista, non si dovrà attendere molto: il 28 marzo, in occasione della presentazione dei dati di bilancio a Londra, saranno comunicati i contenuti dell’Opa.

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