Epifani non si smentisce: «Sciopero generale»

Epifani non si smentisce: «Sciopero generale»

RomaPrevisioni rispettate. La mobilitazione dei metalmeccanici della Fiom e quella del sindacato della Funzione pubblica - Cgil erano solo l’antipasto. La confederazione guidata da Guglielmo Epifani ha deciso di azzardare la forma di protesta più pesante contro il governo. Saranno «unificate le iniziative già programmate» dalle due categorie, un tempo ribelli, e quindi si andrà allo sciopero generale, secondo modalità ancora da definire. La scelta è se associare all’astensione dal lavoro anche una manifestazione nazionale o altre forme di lotta meno impegnative.
Anche Cisl e Uil ieri hanno minacciato uno sciopero. Le rivendicazioni di Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti riguardano però una proposta di merito legata all’emergenza economica: un «piano straordinario» per la cassa integrazione nell’industria per meglio fronteggiare le ricadute che la crisi dei mercati finanziari avrà sull’occupazione. E da legare a un «patto per la crescita e il sostegno ai redditi». Proposta che difficilmente il governo potrà ignorare.
Più vasti e gli orizzonti della protesta Cgil. L’annuncio dello sciopero generale è arrivato ieri all’assemblea dei quadri e dei dirigenti Cgil, convocata a Roma. Il segretario non ha deluso chi si aspettava i fuochi d’artificio: si è lanciato contro il governo descrivendo un clima di emergenza democratica, tra «apparizioni di Licio Gelli» ed episodi di aggressioni della destra «alla Rai e alle nostre sedi». La Cgil, ha assicurato, «continuerà a mettere la libertà, la nostra Costituzione» al «primo posto del suo lavoro del suo impegno, della sua mobilitazione e della sua lotta».
Per il resto le proposte della Confederazione prendono di mira le misure di politica economica del governo. Tra quelle avanzate ieri da Epifani, la sospensione della detassazione degli straordinari. Una misura cardine del governo che la Cisl vorrebbe invece estendere ai redditi fino a 35mila euro all’anno (ora la soglia è a 30mila).
Segnali che la divisione tra le tre confederazioni è destinata a durare. «Ogni volta che hanno tentato di metterci in un angolo si sono dovuti ricredere. Avverrà anche questa volta. Anche questa volta ce la faremo», è stato l’avvertimento del segretario Cgil ai colleghi di Cisl e Uil, al quale Angeletti ha risposto sarcastico: «La Cgil mi sembra più guidata da Cremaschi (l’esponente più a sinistra del sindacato di Corso d’Italia, ndr) che da Epifani». Una «scelta ideologica», ha attaccato il sottosegretario Adolfo Urso.
Nella guerra tra le tre sigle, da registrare anche la battaglia sulle date degli scioperi nel pubblico impiego .

La Fps-Cisl ha inviato le proprie strutture a tenere assemblee il 7 e il 14 novembre, cioè nei giorni in cui i lavoratori Cgil dovrebbero fare sciopero. Il segretario dell’Fp Cgil Carlo Podda ha scritto al ministro Renato Brunetta per chiedergli di non concedere l’autorizzazione alle assemblee degli altri sindacati.

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