Erba - La soluzione del giallo della strage di Erba potrebbe essere vicina. I vicini di casa di Raffaella Castagna, i coniugi Olindo Romano e Angela Rosa Bazzi, sono stati fermati dopo un lunghissimo interrogatorio dai carbinieri di Erba e sono già stati portati nel carcere di Como. In una stringata nota, il procuratore di Como Alessandro Lodolini, spiega che i provvedimenti di fermo sono basati su un "quadro probatorio articolato, etereogeneo e convergente" e sottolinea come, essendo il procedimento in fase cautelare, vige la presunzione di non colpevolezza dei due indagati.
L'interrogatorio La decisione del fermo è stata presa dopo quasi tre ore di interrogatorio cui sono stati sottoposti i due vicini di casa di Raffaella Castagna. Entrambi sono già stati trasferiti nel carcere del "Bassone". Nulla trapela sui contenuti
dell'interrogatorio ma pare che nessuno dei due abbia ammesso eventuali responsabilità nel massacro. Gli inquirenti, invece, avrebbero la
convinzione di aver finalmente dato un nome ed un volto a chi la sera dell'11 dicembre scorso ha ucciso tre donne e un bambino di due anni nella
vecchia cascina ristrutturata di via Diaz. La posizione più delicata appare essere quella del netturbino 47enne che potrebbe essere l'esecutore
materiale. La donna, invece, potrebbe essere accusata quantomeno di favoreggiamento per aver tentato di fornire un alibi che non avrebbe retto.
Elementi a carico Sul netturbino 47enne e sulla moglie 43enne, che da anni aveva frequenti liti con Raffaella Castagna, pesano diversi elementi. Intanto gli screzi ripetuti. I due coniugi proprio due giorni
dopo l'eccidio avrebbero dovuto comparire come imputati davanti al giudice di pace di Erba
per una lite finita a cazzotti la sera del 31 dicembre 2005. Poi l'alibi per la sera del delitto. Marito e moglie hanno sempre
sostenuto in questo ultimo mese che quella sera sono usciti di casa verso le 19.00, circa
un'ora prima che iniziasse la mattanza, per andare a fare un giro nei negozi di Erba e poi in
pizzeria a Como. Sarebbero tornati verso le 23. Un alibi il loro che, però, solo in parte
avrebbe trovato riscontri. E poi le tracce di sangue trovate sul luogo del delitto che apparterrebbe a una donna, ma a nessuna delle tre vittime.
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