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Ergastolo al "killer della scacchiera"

Pichushkin ha ucciso 48 persone e tentato altri 3 omicidi in un parco di Mosca. I delitti come in una partita infernale destinata a riempire le 64 caselle del gioco degli scacchi: uccideva e ogni omicidio corrispondeva a uno dei quadranti bianchi o neri

Ergastolo al "killer della scacchiera"

Mosca - Ha ucciso 48 persone e tentato 3 omicidi in un parco di Mosca Mosca, 29 ott. (Apcom) - Ergastolo: questa la condanna dopo il verdetto unanime della giuria di colpevolezza per Aleksandr Pichushkin, il killer ’della scacchierà che ha ucciso 48 persone e tentato altri 3 omicidi in un parco di Mosca. Dove i crimini venivano perseguiti come in una partita infernale destinata a riempire e non a svuotare le 64 caselle del gioco degli scacchi. Uccideva e ogni omicidio corrispondeva a uno dei quadranti bianchi o neri. In una geometria del crimine che ha reso Pichushkin protagonista delle pagine di cronaca nera. Oggi il giudice si è pronunciato per il massimo della pena, l’ergastolo, visto che in Russia è in vigore la moratoria sulla pena di morte. Il tutto dopo che la giuria ha faticato a raggiungere un verdetto, la scorsa settimana proprio per il numero e per l’efferatezza dei crimini commessi.

La maggior parte dei crimini commessi da Pichushkin ha avuto luogo nel parco Bitsevsky - una grande zona di boschi nel sud di Mosca. Molte vittime erano uomini anziani, invitati a condividere un drink. Pichushkin sfondava il cranio alle proprie vittime a colpi di martello, poi gettava i loro corpi nelle fogne della capitale russa. Diffondendo il terrore e trasformando un polmone verde che fa respirare la megalopoli, in un giardino della morte. «Tornerò nel parco Bitsevsky» è stato l’urlo agghiacciante dell’imputato.

Il suo avvocato ha sostenuto la tesi dell’infermità mentale, spiegando l’atteggiamento del suo assistito come la posa di un uomo che avrebbe usato tutti i mezzi per diventare famoso. Ma resta una scia di sangue dietro di lui. «Masse di brutali omicidi commessi da Pichushkin», come spiega l’accusa. Forse anche più di quello che si può provare: lo stesso presunto serial killer sostiene di aver ucciso di più. «Finora non abbiamo trovato alcuna prova a sostegno», ha commentato il procuratore Yuri Syomin. Ma la scacchiera incompleta continua a grondare di sangue. Lo stesso condannato rivendica non 48 ma 60 omicidi.

Per il tribunale la parola definitiva è stata: «ergastolo, nessuna attenuante». 

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