Un eroe dell’«Eastern» fra i pellerossa dell’800

Za-gor-te-nay, lo Spirito con la scure, nasce nel 1961 dalla fantasia di due menti: quella di Sergio Bonelli, figlio di Giovanni e nome d’arte Guido Nolitta, e quella di Gallieno Ferri, genovese. I due si conoscono nel 1960 e iniziano subito a collaborare. Tempo un annetto e nasce Zagor: un personaggio ideato per conquistare i giovani, senza cadere però nel genere del fumetto per l’infanzia, e che si inserisse di diritto nel solco delle storie d’avventura. Un «Eastern», più che un «Western»: a fare da sfondo alle vicende dell’eroe bonelliano è infatti la Vecchia frontiera nordorientale degli Stati Uniti dove, nella prima metà dell’800, si trovano le tribù degli algonquini e degli irochesi. E il nome dell’invincibile giustiziere si ispira proprio alla lingua degli algonquini, anche se, confesseranno gli autori, si tratta comunque di un’invenzione di sana pianta. Un nome da pellerossa, per un personaggio le cui avventure sono anche una testimonianza delle offese brutali perpetrate alla civiltà dei nativi americani nel corso del diciannovesimo secolo. La datazione, infatti, non è casuale: si riferisce a un’epoca in cui la cultura delle tribù ancora non era stata «contaminata» e «corrotta» dai successivi contatti con il mondo occidentale. Ma Zagor non è solo un «Western» sui generis: ad influenzare la penna di Nolitta contribuisce, per sua stessa ammissione, anche il cinema, soprattutto quello di matrice horror. Mistero, soprannaturale e un pizzico di paura: le avventure dell’eroe con la scure si snodano attraverso l’imprevedibile foresta di Darkwood, che si estende oltre la Vecchia frontiera.

Nella lotta contro il suo nemico, il diabolico professor Hellingen, Zagor è accompagnato dal fedele Cico. Fedele come i suoi autori: per 20 anni Nolitta firmerà quasi tutte le sue avventure, mentre Ferri ne cura illustrazioni e copertine.

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