da Larnaca
Alcuni familiari delle vittime dell'aereo cipriota precipitato ieri in Grecia hanno raggiunto l'aeroporto di Larnaca e, tra scene di disperazione e di rabbia, hanno gridato «assassini» contro i rappresentanti della compagnia «Helios». A Cipro si era sparsa la voce che il Boeing 737 fosse decollato pur avendo dei problemi tecnici. Stando alla inquietante testimonianza di persone che avevano volato con lo stesso aereo, già tra ottobre e dicembre del 2004 avrebbe avuto per almeno tre volte problemi di pressurizzazione nella cabina e al sistema di condizionamento. Le autorità stanno anche verificando le voci secondo cui, nel marzo scorso, lo stesso aereo fosse stato costretto a un atterraggio di emergenza nell' aeroporto di Rodi. Familiari delle vittime hanno inoltre tentato di scendere in pista e bloccare il decollo di altri aerei della «Helios». La polizia è dovuta intervenuta per riportare la calma.
A innalzare la tensione allaeroporto di Larnaca ha contribuito anche la decisione della compagnia cipriota di non dare la lista dei passeggeri del volo precipitato. La lista, ha poi spiegato Dimitris Pantazis, manager della «Helios», era stata consegnata alla polizia per i necessari controlli e riscontri e, solo al termine di queste operazioni,è stata resa pubblica.
Il governo cipriota ha decretato tre giorni di lutto nazionale. Il presidente della repubblica Tassos Papadopoulos ha espresso «profonda tristezza» ed il «sentimento di shock per l'incidente». «In questi tempi difficili - ha dichiarato il capo dello Stato - voglio assicurare i parenti delle vittime che faremo tutto il possibile per aiutarli».
L'identificazione delle 121 vittime «non potrà cominciare prima di 24 ore a causa dello stato dei cadaveri», ha detto il sottosegretario greco alla Salute George Kostantopoulos. «La situazione sui luoghi dell'incidente è ben peggiore di quanto immaginassimo, ci sono - ha spiegato - enormi difficoltà oggettive per l'identificazione dei corpi».
Kostantopoulos ha detto ancora che «alcuni bambini erano arrivati ad Atene su voli diversi da quelli dei loro genitori» imbarcatisi sull'aereo precipitato.
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