Ma quale Palazzo del potere Il Parlamento è una casbah

Ci si picchia, si semina marijuana, si fa scambio di mogli, si allattano i figli. L’Aula dovrebbe essere la patria della politica. Invece è il regno dell’anarchia

Dovrebbe essere il cuore del potere, l'Istituzione somma, la madre di tutte le politiche. Invece è un condominio, un mercato, una casbah. La casa della casta è come quella del Grande Fratello incasinata, anarchica e piena di tamarri. Uffici, aule, ristoranti, corridoi. Succede di tutto, incredibile compreso, mai perdere l'occasione di dare il peggio di sè. L'ultima la sapete: a Chuquisaca, finita una festicciola tra onorevoli, il deputato socialista Alcibiade Domenica ha scambiato la Camera per un pied-a-terre abusando di una ragazza delle pulizie stordita dall'alcol. Il luogo che non incute più rispetto ma istiga gli istinti peggiori. Se qualcuno vi tormenta con frasi fatte tipo «all'estero certe cose non succedono» oppure «siamo l'unico Paese al mondo che...» mandate quel qualcuno a quel paese. Certe cose succedono dappertutto e peggio che da noi. Edwina Currie, conservatrice, ex sottosegretario di Stato di Sua Maestà, su quello che succede a Westminster ha scritto un romanzo verità «A Parliamentary Affair», affair da intendersi in un senso e nell'altro. Quaranta sfumature di incarnato prugna: ministri devoti allo scambio di mogli, sottosegretari segretamente omosessuali ricattati da anni, membri del gabinetto con figli illegittimi, mogli suicide e mogli ninfomani, nubili perverse e maiali patentati. Westminster più invivibile di Chernobyl anche se ovunque gli inciuci sono un must negli studi ovali e dintorni. I ritmi della politica sono massacranti, piagnucolava l'ex ministro delle Telecomunicazioni belga Rik Daems a «Dag Allemaal», la Novella 2000 fiamminga, il mio matrimonio, povero me, sta finendo per questo. Invece a massacrarlo era una bionda, Sophie Pecriaux, socialista e vallone, che con lui, liberale e fiammingo, aveva fatto grosse koalition e un figlio di nascosto.

Il Parlamento è un po' una casa delle libertà, ognuno fa un po' come gli pare: si portano i figli come Licia Ronzulli, la piccola Vittoria, tre anni, alza la manina per il voto insieme a mamma; si allattano neonati alla Camera dei Lord come la baronessa Bryony Worthington con il suo Rohan; si gioca a sudoku sull'iPad mentre si decidono gli aiuti alla Grecia come l'austero ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble; si piantano semi di marijuana nelle fioriere del cortile come Francesco Caruso «e piantatela di criticarmi...». E ci si mena. Alla Dieta coreana per i pasti gratuiti nelle scuole, alla Duma russa per un crocifisso strappato dal collo del deputato prete Gleb Iakunin. In Italia una volta si sono presi a botte per un rigore alla Juve.

Uno dei posti più pericolosi del mondo è la buvette. A Bagdad, indifferente agli schieramenti, un kamikaze ha fatto otto morti e una trentina di feriti; a Copenhaghen, impermeabile al ridicolo, il deputato socialdemocratico Peder Sass si è messo a leccare sale e tequila dal seno nudo di una ballerina per farsi bello agli occhi del canale tv Dr2. Eric Joyce, deputato lab di Falkirk, campione di judo ed ex maggiore dell'esercito, alla settima pinta ha trasformato lo Strangers bar di Westminster in un saloon del far west. «Ci sono troppi fottuti Tory qui dentro...» e giù botte a tutti compresi i Labours. Raccontano: «C'era sangue dappertutto: una cosa del genere te l'aspetti da ragazzacci in vacanza a Faliraki non dagli eletti di Sua Maestà». Allo Strangers c'era appeso un cartello con scritto «uscita» a 10 centimetri dal pavimento per aiutare quelli che se ne andavano dal locale a quattro zampe. Pensare che l'eroina di tutte le buvette è stata appena licenziata.

Iulia Borshenko, cameriera della Suprema Rada Cafeteria ucraina, è stata beccata a sputare nei piatti serviti ai deputati. Lo faceva da anni e non se n'è mai pentita: «È il minimo che si meritano...» dice. La vendetta va bene servita anche tiepida...

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