Una nuova legge approvata in Afghanistan da entrambi i rami del parlamento, in attesa di una firma da parte del presidente Hamid Karzai, nega ai parenti degli imputati il diritto di testimoniare nei processi a loro carico.
Può sembrare una tecnicalità, ma il dettaglio, come hanno denunciato in questi giorni molti gruppi che si occupano di diritti umani, nasconde un significato più profondo e conseguenze gravi.
Se la legge ottenesse il via libera dalla presidenza, diventerebbe molto difficile - ha scritto il Guardian - perseguire con efficacia abusi e violenze, che non di rado avvengono tra le mura domestiche, ma anche prevenire e punire pratiche come il matrimonio precoce imposto alle bambine.
Nel passaggio alle Camere - ricostruisce Human Rights Watch - la legge ha cambiato più volte formulazione.
Il primo ramo del parlamento ad analizzarla aveva dato il suo assenso a un testo che impediva l'interrogatorio dei parenti degli imputati, il secondo aveva ammorbidito i toni, rendendo "non obbligatoria" la deposizione. Una commissione congiunta ha poi deciso di utilizzare la prima formulazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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