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Australia, la Corte Suprema riconosce il "terzo sesso"

La decisione dopo il ricorso di un uomo, Norrie, che avendo cambiato sesso non si riconosceva più nemmeno come donna

Australia, la Corte Suprema riconosce il "terzo sesso"

I transgender australiani festeggiano quella che, per loro, è un'importante vittoria: l'Alta Corte Suprema ha riconosciuto l'esistenza di un "terzo sesso", ossia né uomo, né donna. La decisione - unanime - da parte dei giudici è arrivata grazie ad una persona di nome Norrie May Welby, che da quattro anni si batteva strenuamente per il riconoscimento da parte dello Stato di quelle persone che non si identificano nei due sessi. "L'Alta Corte ha riconosciuto che una persona può non essere né maschio né femmina e quindi permette la registrazione del sesso di una persona come non specifico", mettendo fine alla battaglia per il genere neutro. Norrie nacque in Scozia come uomo, e si trasferì assieme ai genitori in Australia all'età di sette anni. Andando avanti nella vita si rese conto di non sentirsi a proprio agio nel corpo di allora, così decise di cambiare sesso nel 1989, diventando donna. Ma dopo qualche tempo, si rese conto che nemmeno quella "versione" faceva al caso suo. Così decise di sottoporsi nuovamente ad un'operazione per cercare di entrare nella categoria "neutra". Era il 2010.

Da allora, Norrie ha intrapreso una battaglia legale per vedere riconosciuto il suo gender, diventando a tutti gli effetti un attivista del movimento neutro. L'anagrafe del Nuovo Galles del Sud, però, si rifiutò categoricamente di scrivere nei documenti che il sesso di Norrie risultava "non specifico", non riconoscendogli quindi l'appartenenza alla "terza categoria". Per l'esattezza in un primo momento l'anagrafe accettò le sue richieste, classificandolo come "genere non specificato". Ma, successivamente, lo stesso ufficio bollò il documento come non valido, di fatto annullandone il valore civile.

Norrie quella volta disse di sentirsi come "socialmente assassinato", dando inizio alla sua iniziativa legale. Che si è protratta per quattro anni, fino ad oggi. "Sono euforico - ha commentato dopo la sentenza - forse la gente capirà che non ci sono solo due opzioni. Si può essere una donna o un uomo, ma alcuni non lo sono necessariamente".

Sui social network la campagna di Norrie ha avuto un forte impatto mediatico, suscitando lo sdegno dei molti che - come lui - non si sentono a loro agio nelle categorie "tradizionali", e che hanno sostenuto la sua campagna da tutto il mondo.

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