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Ramy, carabinieri verso il processo. Salvini: "Assurdo e vergognoso"

Nuovo avviso di conclusione indagini preliminari sul caso di Ramy Elgaml, il 19enne morto il 24 ottobre 2024 a Milano dopo un inseguimento di 8 km. Due carabinieri indagati per falso a pm

Ramy, carabinieri verso il processo. Salvini: "Assurdo e vergognoso"
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La Procura di Milano ha notificato un nuovo avviso di conclusione indagini preliminari sul caso di di Ramy Elgaml, il 19enne morto il 24 ottobre 2024 a Milano dopo un inseguimento di 8 chilometri con tre gazzelle del Nucleo radiomobile dei carabinieri in via Ripamonti-via Qaranta. Sette militari sono indagati con accuse a vario titolo di lesioni gravi, depistaggio, falso e false informazioni ai pm mentre per il militare alla guida dell'Alfa Romeo Giulietta che avrebbe urtato lo scooter T-Max su cui erano in fuga Ramy e l'amico Fares Bouzidi i pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini hanno mantenuto l'accusa di omicidio stradale in concorso dopo che il gip ha rigettato, per due volte, una richiesta di incidente probatorio sulla dinamica del sinistro stradale.

In sostanza, come era già emerso dalla precedente imputazione, i pm contestano a Fares l'omicidio stradale per quella fuga pericolosa, senza patente, "con picchi di velocità superiori ai 120 km/h", anche in "contromano", chiarendo che all'altezza dell'incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta lo scooter tentò di girare a sinistra, ma ci fu poi una "repentina ed improvvisa manovra a destra". Da lì "l'urto" tra il lato posteriore destro del TMax con la "fascia anteriore del paraurti" della Giulietta dei militari. A causa dell'urto, lo scooter slittò e Ramy venne sbalzato "contro il palo" di un semaforo. Il ragazzo fu anche investito dalla macchina dei militari che si schiantò in quella direzione. A Fares contestate anche le aggravanti della guida senza patente e contromano.

Al carabiniere che guidava, invece, i pm contestano sempre l'essersi tenuto "ad una distanza estremamente ravvicinata", quasi "affiancando" il TMax, senza essere, dunque, riuscito ad evitare che quando lo scooter sterzò a destra ci fosse "l'urto". Sarebbe arrivato ad una distanza "laterale" di 80 cm. Anche lui, dunque, per la Procura, avrebbe concorso nell'omicidio stradale, non considerando nemmeno la "lunga durata dell'inseguimento". Per la stessa condotta, in sostanza, è anche accusato di aver causato lesioni a Bouzidi con una prognosi di 40 giorni. In questo caso, però, per il militare c'è "l'attenuante" che l'evento non è stato "conseguenza esclusiva" della sua azione. Restano confermate anche le imputazioni per due militari per depistaggio e favoreggiamento: i due avrebbero detto "cancella immediatamente il video (...) adesso ti becchi una denuncia" al teste oculare. Testimone che fu individuato solo grazie ad una "trasmissione televisiva". Altri due carabinieri, poi, sono accusati di depistaggio perché avrebbero costretto un altro teste "a cancellare" nove file "video".

"Carabinieri a processo per la morte di Ramy? Un'altra richiesta assurda e vergognosa. Onore all’Arma e alle nostre Forze dell’Ordine! Riforma della Giustizia? Sì, grazie". Lo scrive su X il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini.

Due carabinieri indagati per falso a pm: "Non abbiamo copie del video"

Due carabinieri, poi, sono indagati per aver dichiarato "il falso" ai magistrati di Milano che indagavano sulla morte di Ramy Elgaml sostenendo di non aver "fatto copia" dei "video" registrati nelle dashcam e bodycam la notte della morte del 19enne. E' questa una delle nuove accuse contenute nell'avviso di conclusione indagini preliminari che i pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini hanno notificato ai sette militari.

In particolare a un 48enne di Pompei, difeso dall'avvocato Paolo Sevesi, è contestato di aver mentito il 27 novembre alla domanda dei pm se avesse fatto copia dei video girati dalle telecamere dell'auto e da quella personale di un collega 30enne di Cagliari "ritraenti l'inseguimento" del 24 novembre. Ha risposto di no, ma è stato smentito dalla consulenza informatica sui cellulari in cui si sono trovati i "messaggi" con lo stesso collega e un altro soggetto non identificato.

Per la stessa ipotesi di false informazioni ai pm risponde anche il 30enne che aveva dichiarato di aver consegnato i video a un tenente colonnello dell'Arma ed è stato a sua volta smentito dalle chat con il principale indagato, il brigadiere Antonio Lenoci, che risponde in concorso con Bouzidi di omicidio stradale per aver guidato ad "alta velocità" e a una "distanza estremamente ravvicinata" dalla moto fino a urtarla durante la svolta a sinistra su via Quaranta provocandone la "caduta", lo "slittamento" sul "manto stradale" e con Ramy sbalzato contro il semaforo e infine investito da parte della Alfa Giulietta dei carabinieri.

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