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Il premio supercazzola, ciaone Zerocalcare e Ramy: quindi, oggi…

Quindi, oggi...: i carabinieri indagati per omicidio stradale,

Il premio supercazzola, ciaone Zerocalcare e Ramy: quindi, oggi…

- Io non sono contrario agli indulti. Nemmeno a quelli “mini”. Ma non so se nel Paese in cui in galera ci restano veramente in pochi di quelli che hanno subito una condanna definitiva sia il caso di aprire le porte delle celle. Mi spiego: abbiamo gli istituti di pena stracolmi di individui sotto indagine o con condanna non definitiva. Ecco, forse sarebbe il caso di mettere ai domiciliari loro e non chi deve finire di scontare una pena passata in giudicato. Ma so di essere in minoranza.

- La cosa incredibile dell’appello degli editori e degli intellettuali contro la partecipazione della casa editrice “Passaggio al Bosco” alla fiera del libro a Roma sapete qual è? Il titolo. Si chiama “Più libri, più liberi”. Eppure la kermesse che chiede “più libri” vuole “meno libri”. Ora, potete dire che l’editore in questione è fascista, brutto e cattivo. A parte che ci sono case editrici che pubblicano ex brigatisti e terroristi rossi, eppure nessuno le mette all’indice. Ma il punto è che il principio di “Più libri, più liberi” vale solo se hai la forza culturale di accettare qualsiasi prodotto. Anche il più odioso. Perché è solo il confronto, lo scontro, il dibattito che ci rende “più liberi”. Non la censura. Ma vallo a spiegare agli Scurati e ai Barbero che per “più libri”, evidentemente, intendono solo i loro.

- Zerocalcare non andrà alla fiera Più Liberi, Più Libri. E noi ce ne faremo candidamente una ragione.

- Il premio supercazzola del mese lo vincono, a parimerito, Vito Leccese e Matteo Lepore, rispettivamente sindaco di Bari e primo cittadino di Bologna. Entrambi in merito alla questione Albanese, che ha ricevuto da entrambi vuoi la chiave della città vuoi la cittadinanza onoraria. 
Di fronte alle sconcertanti recenti uscite della Albanese, da Hamas che costruisce scuole a Liliana Segre “poco lucida”, passando ovviamente per l’assalto alla Stampa che va considerato un “monito” ai giornalisti a fare bene il proprio mestiere, i due si sono trovati - insieme a mezzo Pd - nell’infelice situazione di aver premiato una signora che oggi tutti vorrebbero scaricare. Come l’hanno risolta?
Leccese solca due strade. La prima è quella del burocrate: le chiavi della città non può ritirarle perché non trattandosi di una cittadinanza onoraria “non c’è alcun passo indietro formale da fare”. La seconda è ancor più ingarbugliata: il premio resta perché, pur condannando le attuali frasi sui Pro Pal di Torino, “in quel momento la Albanese era l’unione della comunità barese con le popolazioni di Gaza”. Che è un po’ come dire: i riconoscimenti che metà città italiane hanno conferito a Mussolini non vanno ritirati perché “in quel momento”, e non oggi, il Duce rappresentava “l’unione delle comunità cittadine con la Patria italica”. Non fa una piega.
Ex aequo, dicevamo, il collega Matteo Lepore. Il quale ai cronisti che gli chiedevano conto della scelta del Consiglio Comunale di non revocare un bel niente alla Albanese, ha risposto che “abbiamo cose più importanti di cui occuparci”. Eccerto. Peccato però che “cosa più importanti di cui occuparci”, tipo strade e autobus, c’erano sicuramente anche prima quando quella scelta è stata presa per andare dietro alla grande corsa ai premi a Nostra Signora dei Pro Pal. No?

- A quanto pare la Procura di Milano, ha chiuso le indagini in vista della richiesta di processo per omicidio stradale su Ramy. Ora: non vuol dire che il carabiniere verrà condannato. Ma resta il fatto che il militare, che ha avuto la sola colpa di rincorrere un fuggitivo, come gli viene chiesto di fare per difenderci dai banditi, dovrà affrontare il Tribunale e le spese relative. Mi spiegate, signori della Corte e colleghi che sotto sotto esultate per questa decisione, quale agente o carabiniere domani si prenderà la briga di correre dietro ad un fuggitivo sapendo che un presunto incidente (che ci sia stato il tocco oppure no, cosa cambia?) gli costerà un lungo processo?

- E guardate, mi concentro solo sul carabiniere alla guida perchè sulle altre accuse (falso in atto pubblico, depistaggio, ecc ecc), per quanto scritto nel rapporto di servizio o per il famoso video che pare sia stato fatto cancellare a un testimone, ritengo corretto che la Procura indaghi e chiarisca la questione. Chi ha sbagliato, pagherà. Ma sull'inseguimento non possiamo cedere. Se scappi da un blocco della polizia, la polizia ti insegue e cerca di fermarti. Se succede qualcosa al fuggitivo nel frattempo, ci dispiace. Ma è la vita: potevi fermarti prima.

- Io ricordo molto bene i video della rapina subita da Mario Roggero che portò alla morte di due malviventi. Ricordo la figlia a cui legarono le mani con le fascette. Ricordo la moglie spaventata. Ricordo il gioielliere che prova a reagire, prende la pistola, insegue i banditi col malloppi, spara un primo colpo, poi due, poi altri, ammazza due ladri. So che inseguire i fuggitivi ti espone automaticamente al rischio di essere processato e condannato per eccesso di legittima difesa. Però che la sentenza lo riconosca colpevole di omicidio volontario mi sembra abnorme. Roggero quel giorno si è alzato dal letto per lavorare, non premeditava di ammazzare qualcuno.

Ha subito una rapina, l’ennesima, una delle quali non ha nemmeno ricevuto il risarcimento dai malviventi. Ha pensato di dover difendere moglie e figlia. Aveva paura. Non è possibile che i giudici non abbiano tenuto conto del suo stato psicologico. Non voglio crederci.

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