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«La Cia recluta ancora spie a Mosca»

«La Cia recluta ancora spie a Mosca»

Se immaginate un ritorno alla guerra fredda, ai romanzi con George Smiley e alla «Talpa» di John Le Carré cambiate pagina. Qui ben che vada siamo alla nuova surreale sceneggiatura di un film dei fratelli Cohen. Gli ingredienti non mancano. A incominciare da quelli descritti dai servizi segreti di Mosca come «equipaggiamenti tecnici speciali, istruzioni scritte per il reclutamento di cittadini russi, ingenti somme di denaro e metodi per alterare l'identità». Vere e proprie diavolerie tecnologiche esibite con orgoglio dai segugi russi. Come la bussola anni Ottanta e le cartine in cirillico usate da uno 007 americano poco più che trentenne, ma evidentemente in difficoltà con le mappe di Google e Iphone. E - per chi non si convincesse - ci sono pure un paio di parrucchette, degne di un Elton John anni ruggenti, nascoste nello zainetto assieme alle mazzette da 500 euro in stile miliardario del Caucaso e ad un'incredibile modernissima mini torcia a batteria. Tutta roba, insomma, degna di una vera e propria «missione impossibile».
Detto questo per carità il signor Ryan Fogle, arrivato a Mosca come terzo segretario dell'ambasciata Usa, sarà anche un vero agente della Cia, ma i modi usati per incastrarlo, e subito dopo liberarlo con altrettanta fretta, non sembrano proprio all'altezza. A incominciare dalla lettera esibita alle televisioni e spacciata dall'Fsb, l'erede del vecchio Kgb sovietico, come l'irrefutabile dimostrazione della colpevolezza del diabolico Ryan. Una lettera perfetta per gli agenti dei tempi Smiley. Scritta non al computer, ma con una macchina da scrivere e pronta a trasformarsi, come spiega il suo testo, «in una proposta di qualcuno molto colpito dalla sua professionalità». Così colpito da spiegargli nei passi successivi i più reconditi segreti della comunicazione anonima. Primo fra tutti l'«impensabile» stratagemma di aprire un indirizzo g-mail di fantasia. E di farlo, udite udite, non dal computer di casa, ma da un internet cafè. Un espediente seguito a ruota dall'inarrivabile scaltrezza di non inserire durante la registrazione alcun dato personale autentico. Insomma roba da autentiche super spie.
Ma il passo più intrigante del «pizzino» fumante è quello in cui, facendo il verso alle proposte di lavoro via internet, si propongono collaborazioni di lungo termine con salari da un milione di dollari all'anno seguiti da bonus addizionali per ogni informazione ritenuta di valore. Non paghi di queste prove macigno, gli uomini dell'Fsb esibiscono anche l'immagine della cattura di Ryan Fogle. Un vero fermo da film dove si vede lo 007 con cappellino e camicia a quadri prigioniero di un ferreo e nerboruto braccione che lo costringe al pavimento. Tutto quanto serve per crederci insomma. Se non fosse che il terribile agente Ryan è stato liberato poche ore dopo. Se non fosse per quei sussurri su qualcuno deciso a dimostrarsi più realista e più deciso dello zar Putin. Qualcuno assai dispiaciuto per la ritrovata entente cordiale tra America e Russia.

Un'intesa sbocciata dopo la visita a Mosca del segretario di Stato americano John Kerry e ratificata dall'impegno a collaborare per trovare una soluzione politica al conflitto siriano.

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