Mentre a Tampa (Florida) proseguono i lavori della convention del Grand old party (Gop), che ha già incoronato ufficialmente Romney per la sfida a Obama, dalla Cina arriva la bocciatura del candidato repubblicano. Secondo il quotidiano in lingua inglese China Daily, controllato da Pechino, la sua vittoria il prossimo 6 novembre potrebbe avvelenare i rapporti tra i due Paesi.
"La politica di Romney nei confronti della Cina, come delineato sul sito della sua campagna elettorale, è la manifestazione superata di una mentalità da Guerra Fredda" commenta il China Daily. "Sostiene la teoria della minaccia cinese e si concentra sul modo per contenere l’ascesa della Cina nell’area Asia-Pacifico attraverso il rafforzamento della presenza militare statunitense nella zona". Sul quotidiano si legge anche che Romney ha "provocato" la Cina, promettendo di fornire sostegno militare a Taiwan contro Pechino, con cui ha un atteggiamento "aggressivo". Di sicuro questo endorsement al contrario non passerà inosservato negli States. E non solo per l'ingerenza di un Paese straniero nella politica nazionale. Lo staff di Romney avrà buon gioco nel cavalcare l'appoggio, indiretto, che Pechino fornisce a Obama.
Il giorno di Paul Ryan
Dopo Ann Romney e Chris Christie, che hanno animato la prima notte della convention di Tampa, tocca a Paul Ryan e al suo discorso di accettazione della nomination alla vicepresidenza (in programma alle 22, le 4 del mattino in Italia). Il deputato del Wisconsin, 42 anni, adorato dai Tea Party, ha già vinto la sua battaglia: il partito, infatti, ha sposato per intero la sua linea programmatica: dal secco no all'aborto alla lotta dura contro l’immigrazione clandestina, passando per la visione ultraliberale dell'economia (meno tasse e spesa pubblica). Qualcuno dice che è lui il vero "cervello politico". Di certo la sua scelta ha dato entusiasmo alla base repubblicana, che mai ha amato Romney.
Prima di Ryan saliranno sul palco l'ex segretaria di Stato Condoleezza Rice e la governatrice del New Mexico Susana Martinez, prima donna di origini latinoamericane a ricoprire tale carica nel Paese, più volte inserita tra i possibili candidati alla vicepresidenza, prima che la scelta ricadesse su Ryan. Tra gli altri interventi previsti quello del senatore Rand Paul, molto amato dai Tea Party, figlio di Ron Paul, battuto da Mitt Romney alle primarie. Il deputato libertario del Texas, che non assicura di votare per il suo rivale a novembre, non è invece tra gli speaker della convention. Ma a lui sarà dedicato un video.
Il grande exploit di Chris Christie
A tenere il discorso di apertura della convention (keynote speech) è stato Chris Christie, governatore del New Jersey. Ha infiammato la platea con una passione e una forza che ha spinto molti commentatori a chiedersi, su Twitter, se non fosse Christie stesso a candidarsi alla Casa Bianca. Alcuni, malignamente, hanno sottolineato invece che Christie ha parlato molto di più di se stesso e delle sue idee che di quelle di Romney.
Ma dallo staff del candidato repubblicano gettano acqua sul fuoco: "Il governatore Christie ha fatto esattamente quello che gli abbiamo chiesto di fare, presentare i problemi del nostro paese e concludere presentando Romney come la soluzione".
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