Cinque ragazzi afghani uccisi dai talebani: «colpevoli» di giocare

Un commando ha sparato contro un gruppo di studenti intenti a una partita di pallavolo: per i fanatici dell'islam è un'offesa alla religione

Uccisi a colpi d'arma da fuoco mentre giocavano a pallavolo. É il tragico destino che è toccato a cinque ragazzi afghani, tutti studenti. Ma la cosa veramente infame è che non sono rimasti vittime di un attentato diretto verso altri, né di una drammatica fatalità. No: chi ha sparato loro addosso lo ha fatto con intenzione, perché lo sport, come la musica e altre attività ricreative, è considerato dai talebani, con la loro visione maniacalmente severa della religione, un'attività anti-islamica. I cinque ragazzi morti sotto una rete del volley, insomma, hanno pagato con la vita una presunta offesa alla religione.

È successo ieri mattina nella regione orientale afghana di Laghman, il cui governatore Fazlullah Wahidi ha condannato l'attacco «disumano e contrario agli insegnamenti dell'Islam».

È il secondo episodio di uccisione di giovani sportivi in Afghanistan: Sabato scorso tre giovani afghani sono morti e altri quattro sono rimasti feriti quando un razzo ha colpito un campo di calcio nella provincia meridionale di Kandahar. Le vittime avevano tra i dieci e i 15 anni. La strada per far diventare l'Afghanistan un Paese normale è ancora molto lunga.

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