La mossa di Bibi: "Noi, superSparta". Ma resta il nodo Accordi di Abramo

Oggi vertice a Doha, presente pure il segretario Usa Rubio. La minaccia dei Paesi arabi: "Patti a rischio". Ipotesi esilio in Tunisia dei leader di Hamas

La mossa di Bibi: "Noi, superSparta". Ma resta il nodo Accordi di Abramo
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Il presidente iraniano Pezeshkian invita "a rompere i rapporti con Israele". Il leader turco Erdogan definisce lo Stato ebraico "assetato di sangue". Il primo ministro iracheno al-Sudani invoca una risposta di sicurezza collettiva "in stile Nato" e il presidente egiziano Al Sisi sottolinea che Israele "ha superato il limite". Ma dal vertice di emergenza dei Paesi arabo-islamici, convocato fino a oggi a Doha, in Qatar, per decidere quali misure adottare dopo il raid israeliano anti-Hamas della settimana scorsa sulla capitale qatariota, sembra che emergerà solamente una dichiarazione in cui si definiscono "a rischio" gli Accordi di Abramo, l'intesa del 2020 per la normalizzazione dei rapporti con Israele. È quello che emerge dalla bozza del documento finale anticipata da Reuters, in cui si rimarca come "gli atti ostili" di Israele "minacciano le prospettive di pace e coesistenza nella regione". Trump da tempo vorrebbe estendere gli Accordi di Abramo, finora firmati da Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Marocco e Sudan, e che il presidente americano per primo ha voluto e mediato durante il suo primo mandato, con l'obiettivo di coinvolgere Arabia saudita, Siria, Libano e altri Paesi arabi e islamici. Ma il rilancio dell'intesa sembra allontanarsi, così come eventuali conseguenze concrete dopo il raid. Nessuna azione militare, dunque, è il bilancio fin a qui. E nemmeno sanzioni, come lo stesso premier qatariota Al Thani ha chiesto, accusando Israele di "aggressione infida e codarda" e di aver voluto far deragliare i negoziati su Gaza.

Oggi a Doha arriverà il segretario di Stato americano Marco Rubio. Il capo della diplomazia statunitense ha trascorso ieri la seconda giornata in Israele, durante la quale ha ribadito "il sostegno incrollabile" allo Stato ebraico per il raggiungimento dei suoi obiettivi, dalla liberazione degli ostaggi all'eliminazione di Hamas, e ha definito il riconoscimento dello Stato palestinese un incoraggiamento ai terroristi. "La popolazione di Gaza merita un futuro migliore" ha detto Rubio, in conferenza stampa, al fianco del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Quanto all'attacco israeliano in Qatar: "Gli Usa sono concentrati su cosa viene dopo", ha tagliato corto, tornando a Gaza e al "futuro migliore per il suo popolo". Un futuro in cui, secondo la tv israeliana i24News, Israele e Stati Uniti stanno lavorando anche con Paesi terzi, incluso l'Iran, a un piano per esiliare i leader di Hamas in Tunisia, come con Arafat nell'82 da Beirut.

Il premier "Bibi" è tornato a esaltare Donald Trump, "l'amico più grande che Israele abbia avuto alla Casa Bianca", si è paragonato a Charles Kirk, l'attivista conservatore ucciso negli Usa, per la "violenza straordinaria" subita dagli oppositori politici. E infine, consapevole dell'isolamento internazionale, Netanyahu ha promesso che il Paese sarà "una super Sparta" e ha ammesso che servirà prepararsi a una nuova realtà economica a causa delle sanzioni in corso e di quelle minacciate (la Spagna ha anche annullato un accordo sulle armi da 700 milioni).

"Dovremo adattarci a un'economia con caratteristiche autarchiche - ha spiegato il premier - Sono sostenitore del libero mercato, ma per sopravvivere dovremo garantire la capacità di produrre noi stessi ciò che è necessario per la sicurezza nazionale, in particolare l'industria bellica. Siamo Atene e Sparta, o forse super Sparta. Non abbiamo scelta".

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