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Mandela, l'interprete dei segni: "Sul palco avevo le allucinazioni"

Accusato di non sapere la lingua dei segni, ha risposto: "Vedevo gli angeli". In cura per schizofrenia da un anno

Barack Obama alla commemorazione di Mandela. Accanto a lui l'interprete
Barack Obama alla commemorazione di Mandela. Accanto a lui l'interprete

Un impostore? Forse no. Ha fatto il giro del mondo la notizia del "finto interprete" della lingua dei segni presente alla commemorazione di Nelson Mandela, martedì.

Accanto agli uomini politici di mezzo mondo mentre leggevano i loro discorsi in ricordo di Madiba, l'uomo, il 34enne Thamsanqa Jantjie, avrebbe dovuto tradurre in segni le parole dei leader.

Una presenza importante e necessaria in questi casi, ma che ha innescato una grossa polemica quando l'uomo è stato accusato di essere un impostore e di non conoscere veramente la lingua dei segni.

Andries van Niekerg, portavoce del sudafricano Istituto nazionale per i sordi (NID), aveva definito inaccettabile quando avvenuto durante la commemorazione, sostenendo che Jantjie era "chiaramente non competente" e ha utilizzato "movimenti ed espressioni facciali" non tipici del linguaggio dei segni sudafricano.

Jantjie ha risposto oggi alle accuse, in un'intervista rilasciata alla Associated Press e al quotidiano sudafricano The Star. L'interprete ha spiegato di avere lavorato "a molte conferenze" e si è giustificato spiegando di essere attualmente in cura "per schizofrenia".

"Non c'era nulla che potessi fare - ha detto - Ero da solo in una situazione pericolosa. Ho cercato di controllarmi e non far vedere al mondo cosa stava succedendo. C'erano poliziotti armati intorno a me".

L'uomo ha spiegato di avere trascorso un anno in ospedale psichiatrico, per episodi di violenza, e che mentre traduceva le parole dei leader mondiali, ha iniziato a soffrire di "allucinazioni". "Quando ho avuto l'attacco di panico e cominciato a vedere gli angeli - ha raccontato - ho cercato in ogni modo di contenerlo".

Le spiegazioni date da Thamsanqa Jantjie potrebbero però non avere convinto del tutto il governo sudafricano, che ha spiegato che la società che ha fornito l'interprete (SA Interpreters) si è resa irreperibile dal giorno della commemorazione.

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