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La corsa alla Casa Bianca legata a immigrati e latinos

Obama lancia una maxi sanatoria per gli immigrati. Romney è contro ma, seguendo i consigli attenti della famiglia Bush, fa il moderato per non turbare i rapporti con gli elettori latinoamericani. SEZIONE ELEZIONI USA 2012

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È dal Michigan che Mitt Romney rilancia la sua campagna elettorale. La terra dov'è nato e che suo padre ha governato negli anni Sessanta. Romney è convinto che sarà proprio lo stato di Detroit a dargli le chiavi della Casa Bianca. Obama pensa l'esatto contrario, e spera di mettere a frutto i prestiti federali concessi alla General Motors e alla Chrysler. In più i democratici hanno attaccato e continuano ad attaccare Romney accusandolo di essersi sempre opposto ai salvataggi di stato delle case automobilistiche.

La sanatoria sugli immigrati

Nei giorni scorsi Obama ha annunciato una sorta di "sanatoria" volta a regolarizzare circa 800mila giovani immigrati. Una misura coin cui la Casa Bianca vuole concedere il permesso di soggiorno a chi è entrato illegalmente negli Usa quando era molto piccolo, purché non abbia commesso alcun crimine, abbia studiato o stia studiando. E' una mossa elettorale con cui Obama, a sei mesi dal voto, strizza l'occhio soprattutto all'elettorato latino. 

Il "divieto di espulsione" riguarda chi è arrivato negli Usa prima dei sedici anni, che abbia meno di 30 anni e che abbia vissuto in America almeno 5 anni consecutivi. A tutti loro Obama promette un permesso di soggiorno di due anni rinnovabile (a vita). 

E Romney? Tentenna

In un'intervista a Fox News Romney, affrontando la decisione di Obama, è rimasto sul vago. Si è guardato bene dal dire che una volta insediatosi, avrebbe cancellato la decisione del presidente. Ha usato parole concilianti verso quelle persone che "vengono qui perché portate dai loro genitori". Sapendo che la lotta all'immigrazione clandestina è uno dei cavalli di battaglia della destra, Romney ha detto di voler guardare all'origine del problema: "Dobbiamo rendere sicuro il confine". E per smontare il progetto obamiano ha detto: "Ci vuole una riforma dell'immigrazione più ampia". Anche Romney, dunque, guarda alle ripercussioni elettorali che potrebbero avere le decisioni in materia di immigrazione.

Jeb Bush bacchetta i repubblicani

Nei giorni scorsi si è inserito nel dibattito Jeb Bush, fratello dell'ex presidente George W. ed ex governatore della Florida. Ha strigliato il partito repubblicano per "eccesso di estremismo" su temi cruciali come immigrazione, riduzione del deficit e possibilità di intese bipartisan" con i democratici.
Jeb ha ribadito che "la riforma dell'immigrazione è prioritaria per la mia famiglia", e ha detto nel Gop "appena si affronta il tema degli immigrati bisogna per forza parlare di muri da erigere alle nostre frontiera" senza riuscire a fare ragionamenti con orizzonti più ampi. A questo punto c'è da chiedersi se Romney, che ha bisogno come il pane del sostegno dei Bush, accoglierà le loro istanze.

Una mossa per cementare l'alleanza potrebbe essere la scelta del senatore Marco Rubio (che piace a Jeb Bush) nel delicato ruolo di candidato alla vicepresidenza.

 

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