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Egitto, continuano gli scontri Un morto vicino a piazza Tahrir

L'opposizione respinge la richiesta di dialogo di Morsi. Continuano le proteste

Egitto, continuano gli scontri Un morto vicino a piazza Tahrir

Quasi cinquanta morti. Oltre 600 feriti. Il bilancio di tre giorni di scontri che hanno sconvolto l'Egitto è pesante. E probabilmente destinato ad aumentare, con le proteste che ancora non si placano e che solo nella giornata di ieri hanno causato sette nuove vittime, durante i funerali dei 31 morti del giorni prima.

Il presidente egiziano, Mohamed Morsi, ieri sera ha dichiarato lo stato d'emergenza in tre delle città maggiormente colpite dagli scontri. Port Said, Suez e Ismailiya saranno sottoposte a un mese di coprifuoco, nel tentativo di placare gli animi e riprendere il controllo di una situazione che sembra essergli sfuggita di mano.

Il governo ha presentato al Parlamento una proposta di legge per consentire all'esercito di assumere poteri di polizia. Secondo Ahram l'estensione dei poteri per i militari è limitata alle città di Port Said e Suez. L'agenzia d'informazione Mena ha spiegato - citando una fonte - che la possibilità di dispiegare l'esercito dovrebbe durare fino alle prossime elezioni legislative, che si terranno ad aprile.

Continuano gli scontri

Il quotidiano Al-Masry Al-Youm ha denunciato questa mattina la sepoltura di 29 persone uccise durante gli scontri a Port Said. I corpi sono stati inumati senza che si svolgessero investigazioni sulla loro morte.

Secondo fonti della polizia - dice al Jazeera - ci sarebbe un'altra vittima al Cairo. Un passante è morto colpito da un colpo di arma da fuoco fra il ponte dei Leoni (Qasr El Nile) - che unisce l'isola di Zamalek a Tahrir - e la piazza simbolo della protesta.

Le condizioni dell'opposizione

Il Fronte di salvezza nazionale, la coalizione di opposizione guidata da Mohammed ElBaradei, ha respinto la proposta di dialogo avanzata da Morsi. In mattinata il leader della corrente Popolare, Hamdin Sabbahi aveva chiesto al presidente di assumersi le sue responsabilità in merito a quanto successo nei giorni scorsi.

Baradei aveva aggiunto di volere la creazione di un governo di unità nazionale e di un comitato per la revisione del testo Costituzionale, approvato a dicembre tra dubbi e critiche. "T

0625px; text-align: justify;">rasmetteremo - queste le parole di ElBaradei in conferenza stampa - un messaggio al popolo su quelle che consideriamo come le basi per l’avvio di colloqui".

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