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Francia, Segolene al governo

L'ex compagna di vita e di partito del presidente francese sarà ministro per l’Ambiente e l’Energia. Economia e Finanze tornano separate

Francia, Segolene al governo

Segolene Royal si riprende la ribalta politica. Nel nuovo governo di Francia, annunciato questa mattina dal premier Manuel Valls, l'ex compagna di vita e di partito del presidente Francois Hollande sarà ministro per l’Ambiente e l’Energia. Si tratta del dicastero che Valls aveva offerto invano agli ex alleati Verdi che dopo un estenuante tira e molla hanno deciso di restare fuori. "Se non avessi vissuto con Hollande, sarei primo ministro - aveva detto domenica scorsa, rigorosamente off the record, la Royal - sono la scelta giusta. Purtroppo è una scelta impossibile dal punto di vista mediatico".

Il ritorno della Royal non è l'unica novità dopo il tracollo della gauche alle amministrative costato il posto a Jean-Marc Ayrault. Il super dicastero delle Finanze, che nel precedente esecutivo era appannaggio di Barnard Cazeneuve e assommava tutte le competenze economiche principali, torna infatti a sdoppiarsi. L'Economia in senso stretto sarà a "gestita" da Arnaud Montebourg, già alle Attività Produttive nonchè portavoce della Royal all’epoca delle presidenziali del 2007, in cui fu sconfitta da Nicolas Sarkozy. Quanto alle Finanze propriamente dette, più il Bilancio, sono state assegnate a Michel Sapin, tra i più stretti collaboratori di Hollande e in precedenza al Lavoro, portafoglio andato adesso a Francois Rebsamen, finora capogruppo socialista al Senato. Lo stesso Cazeneuve sarà ministro dell’Interno, la carica sulla quale fino all’ultimo si è consumato un autentico braccio di ferro tra il capo dell’Eliseo e il primo ministro in pectore. Stephane le Foll resta all’Agricoltura, ma al contempo diventa anche portavoce del gabinetto.

Laurent Fabius resta agli Esteri e porta a casa anche la Cooperazione Internazionale. Jean-Yves le Drian viene confermato alla Difesa e, a sorpresa, Christiane Taubira alla Giustizia. Sembrava, infatti, che la Taubira dovesse scontare i memorabili scontri del passato anche vicinissimo con il nuovo premier, quanto questi guidava l’Interno, specie a proposito delle controverse intercettazioni nei confronti di Sarkozy. Sono arrivate anche le conferme per Aurelie Filippetti alla Cultura, Marisol Touraine agli Affari Sociali, Marylise Lebranchu alla Funzione Pubblica, Riforme e Decentramento, Najat Vallaud-Belkacem alle Pari Opportunità con Enti Locali, Gioventù e Sport. Scompaiono, quanto meno come entità autonome, il Turismo e il sottosegretariato all’Economia Sociale, i cui precedenti titolari, rispettivamente Sylvia Pinel e Benoit Hamon, passano all’Edilizia e alla Pubblica Istruzione. Infine a George Pau-Langevin, originaria della Guadalupa, sono stati affidati i Territori d’Oltremare: era vice ministro per la Riuscita Educativa.

Nel complesso, e in attesa delle nomine dei sottosegretari, il gabinetto Valls comprende sedici ministri, per metà donne, ed è monocolore, visto appunto il rifiuto dei Verdi di contribuirvi.

Per mettere a punto i dettagli finali della lista Valls, catalano di nascita ma naturalizzato francese nel 1982, si era presentato di buon mattino all’Eliseo, ingaggiando con Hollande un estremo duello protrattosi per oltre due ore: un confronto dietro le quinte che rafforzerà ulteriormente la già solida fama di "duro" del nuovo inquilino all’Hotel Matignon.

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