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Grecia, niente governo: si torna alle urne

Fallito l'ultimo tentativo di formare un governo. La Germania: "La Grecia deve attuare il suo programma". Lagarde: "L'uscita dall'Euro è un'opzione". Troppa democrazia, nessuna democrazia

Grecia, niente governo:  si torna alle urne

Quando le agenzie di stampa battono la notizia che ad Atene è fallito l'ultimo tentativo di formare un governo, si capisce subito che la Grecia fa un salto nel buio. Le forze politiche non sono riuscite - o meglio non hanno voluto - fare un passo indietro rispetto alle loro posizioni. A pochi giorni dal voto del 6 maggio la parola torna così ai cittadini. Ma il rischio che la situazione resti tale e quale anche dopo le prossime votazioni è molto forte. Il presidente greco Karolos Papoulias oggi ha fatto l'ultimo tentativo, ricevendo i leader dei partiti politici, per cercare di formare un esecutivo tecnico. Ma non c'è stato nulla da fare. Le nuove elezioni si terranno probabilmente il 17 giugno, ma non c'è ancora una data certa. Domani Papoulias nominerà un premier ad interim che rimarrà in carica fino al voto.

La sinistra radicale non ci sta

Corteggiato da destra e da sinistra Alexis Tsipras, leader di Syriza (Coalizione della sinistra radicale), ha rifiutato ogni offerta. Spera, così, di prendere ancora più voti. Syriza del resto è fortemente contraria ai vincoli europei e chiede una loro rinegoziazione. Una posizione, questa, bocciata da quasi tutti i governi europei, che hanno accettato di aiutare Atene solo dietro la promessa di forti tagli alla spesa pubblica.

Il leader dei socialisia Evangelos Venizelos ha duramente criticato l’atteggiamento di alcuni partiti (in primis la sinistra radicale del Syriza): "Tutti i greci dovrebbero leggersi i verbali dell’incontro per rendersi conto dei giochi politici di alcuni", auspicando un "voto più maturo" alle prossime elezioni. Ma i sondaggi danno in forte ascesa il Syriza, addirittura come primo partito, davanti ai conservatori di Nea Demokratia e al Pasok. 

Tentativo in extremis

Fra le ipotesi considerate per scongiurare il voto c'è stata anche quella di una alleanza fra Pasok, Nuova Democrazia e Grecia indipendente. Ma Panos Kammenos, leader del partito di destra Grecia indipendente, ha detto no, spiegando così il rifiuto: "I partiti in favore del bailout avrebbero preferito formare un governo che avrebbe ulteriormente vessato la nazione piuttosto che trovare una soluzione. Hanno messo sul tavolo una proposta troppo rigida perché io potessi accettarla".

Il centrodestra: incredibile arroganza

"Ci sono individui che forniscono argomenti ai nemici della Grecia per parlare contro il nostro Paese", ha detto Antonis Samaras, leader di Nea Democratia (centro-destra). Le sue parole, secondo gli analisti, erano rivolte sia alla sinistra radicale sia ai Greci Indipendenti. "Abbiamo incontrato un’incredibile arroganza", ha aggiunto Samaras il quale ha quindi rivolto un appello a tutti i greci dicendo "ho ricevuto il vostro messaggio. Venite con noi e restiamo uniti per formare insieme un fronte comune di reazione" di centro-destra.

Schaeuble: restano i vincoli

L’annuncio di nuove elezioni in Grecia "non cambia la situazione", dice il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, dove è in corso l’Ecofin: "La Grecia deve attuare il suo programma per rimanere nell’eurozona", si tratta di "un programma concordato", che per essere realizzato ha bisogno di "un governo che sia in grado di prendere decisioni". Per Schaeuble "se la Grecia, e questa è la volontà della grande maggioranza dei cittadini, vuole rimanere nell’euro, allora deve accettare le condizioni" altrimenti questo non sarà "possibile e nessun candidato responsabile può nascondere ciò all’elettorato". In serata, nel corso dell'incontro col neoeletto presidente Hollande, arriva anche il commento della cancelliera Angela Merkel: "Secondo me la Grecia rimarrà nell’euro".

Lagarde: siamo pronti a tutto

Il direttore generale del Fmi Christine Lagarde spera che la Grecia non lasci l’Eurozona "ma - ha precisato - dobbiamo essere tecnicamente preparati a ogni eventualità". E poi il direttore del Fmi ha aggiunto: "Un’uscita ordinata della Grecia dall’euro sarebbe straordinariamente costosa e presenterebbe dei grandi rischi, ma fa parte delle opzioni che siamo obbligati a considerare tecnicamente.

Se gli impegni non fossero mantenuti ci sono revisioni appropriate da fare e ciò vuol dire o dei finanziamenti supplementari e del tempo supplementare o dei meccanismi di uscita, che dovrebbe essere in questo caso un’uscita ordinata".

 

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