L'accusa è quella di cooperare con i media stranieri. Il risultato è una raffica di arresti nelle redazioni di Shargh, Bahar, Etemad e Arman, giornali riformisti in Iran.
A parlare delle perquisizioni e delle decine di arresti è il sito d'opposizione Kaleme. La notizia viene riportata anche da Le Monde, che fa alcuni dei nomi delle persone finite in manette. Tra di loro ci sono l'umorista Pouria Alami e una notista politica, Saba Azarpeyk. Al momento non è chiaro dove i giornalisti siano stati portati. Coinvolti anche Milad Fadair, caporedattore per la politica dell'agenzia ufficiale Ilna e Soleyman Mohammadi, caporedattore della cronaca per Bahar. Si trovano nella prigione di Evin.
Secondo l'agenzia d'informazione Fars i giornalisti in manette sarebbero in tutto undici: Sasan Aghaei, Pouria Alami, Emily Amraei, Javad Daliri, Milad Fadaei, Narges Jodaki, Soleiman Mohammadi, Akbar Montajabi, Pejman Mousavi, Motahareh Shafiey and Nasrin Takhayori.
"Purtroppo alcuni giornalisti cooperano con i media occidentali e gli antirivoluzionari", aveva detto alcuni giorni fa Gholam-Hossein Mohsen Ejei, portavoce del ministero della Giustizia. Negli anni scorsi - scrive Times of Israel - l'Iran aveva attaccato Voice of America e la BBC locale, descritte come armi delle agenzie d'intelligence americana e inglese.
Il Committee to protect journalist (Cpj), nel suo report annuale sui giornalisti incarcerati nel mondo, ha messo l'Iran tra i primi tre stati per repressione della libertà dei media.
Teheran - si legge nel rapporto - utilizza la scusa di "leggi piuttosto vaghe sui comportamenti 'anti-statali' per mettere a tacere voci di dissenso politico". 45, a dicembre, i giornalisti in prigioni iraniane.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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