Liberato Spadotto: è in buone condizioni nonostante le botte

L’addetto alla sicurezza consegnato al sindaco di Marib: "Sto bene ma mi hanno maltrattato"

Liberato Spadotto: è in buone condizioni nonostante le botte

Alessandro Spadotto è libero. Il carabiniere di 29 anni, sequestrato domenica a Sana'a, è stato rilasciato ieri sera. Dalle nove di sera il Giornale era stato informato dagli yemeniti che c'erano «segnali positivi». Poi alle 22.34 italiane un sms dall'ex regno della regina di Saba ha annunciato la notizia tanto attesa: «Alessandro è libero e si trova nelle mani del governatore di Marib». Sultan al Arada, il rappresentante dell'omonima e turbolenta provincia orientale, era uno dei mediatori della prima ora. Arab al Sarhi, dell'associazione di amicizia italo-yemenita, che ha seguito fin dal primo momento il rapimento, dopo essersi impegnato già nel 2005 per la liberazione di un gruppo di turisti italiani, ha confermato: «Le autorità yemenite dichiarano che Alessandro è a Marib assieme al governatore. Si tratta solo di organizzare il suo rientro nella capitale». Sana'a dista circa 140 chilometri, ma oramai non c'è più pericolo: Spadotto ha potuto farsi una meritata doccia a Marib e stamattina alle sei sarà trasferito a Sanaa in elicottero.
Da casa Spadotto a San Vito al Tagliamento, in provincia di Pordenone, ancora non ci credono. «La notizia ci ha aperto il cuore, ma aspettiamo la conferma ufficiale della Farnesina» dichiara al Giornale il padre Augusto. Conferma che è giunta poco prima della mezzanotte italiana.
La svolta sarebbe avvenuta ieri con l'impegno di ulteriori mediatori che hanno trovato un accordo fra Ali Nasir Huraidkan e il governo yemenita. Lo sheik della tribù Obeida, ricercato per omicidio e banditismo, voleva la restituzione di alcuni terreni e di soldi che lo Stato gli ha sequestrato. Inoltre chiedeva di venir depennato dalla lista nera delle persone che non possono espatriare. Nelle ultime 48 ore si erano rincorse notizie contraddittorie. Prima il sito Marib press, solitamente bene informato, aveva rilanciato al dichiarazione di Ali Nasir che il carabiniere sarebbe stato liberato nel giro di due giorni, come sembra sia avvenuto. Poi, ieri mattina, riportava di un accordo saltato dopo l'ennesimo incontro con i mediatori, ma la situazione si è sbloccata in serata. Le fonti del Giornale sono tutte yemenite e confermano la liberazione, mentre in Italia la scorsa notte non c'era alcuna conferma ufficiale.
Gli stessi rapitori avevano fatto sapere che il rilascio sarebbe avvenuto entro la giornata di oggi, ma la linea di riserbo mantenuta dalla Farnesina era ben comprensibile: il timore era infatti che le trattative tra Sheik Ali Nasir Huraidkan, il mandante del sequestro, e il governo di Sanaa andassero troppo per le lunghe, col rischio che Alessandro Spadotto finisse con l'essere ceduto o venduto ad altre tribù locali, magari più pericolose o vicine ad ambienti terroristici.
Lo stesso Spadotto, in una telefonata a un giornale yemenita, aveva insistito sul fatto che l'unico interesse dei suoi rapitori era quello di chiudere in fretta la vicenda, raccomandando che il riscatto per la sua liberazione fosse pagato rapidamente. Nella telefonata, Spadotto confermava di essere in buone condizioni, ma riferiva anche di aver subito maltrattamenti, soprattutto durante il trasferimento da Sanaa a Marib.


Con la liberazione di Spadotto e quella di Rossella Urru avvenuta pochi giorni fa, restano in mano straniera i due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, prigionieri in India in seguito alla nota vicenda della nave «Enrica Lexie», e il cooperante Giovanni Lo Porto, rapito in Pakistan in gennaio.

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