Sadiq Abdulkarim, vice premier libico e ministro dell'Interno di Tripoli, è scampato questa mattina a un attentato. L'uomo, che si stava dirigendo in auto verso il dicastero che dirige, è stato attaccato da un uomo che ha aperto il fuoco contro di lui. È uscito indenne dall'assalto.
Gli aggressori del vice premier si trovavano a bordo di un'automobile con i vetri oscurati. Secondo testimoni oculari avrebbero avuto il volto coperto. A tentare di uccidere Abdulkarim, secondo una ricostruzione di Al Jazeera, nostalgici dell'ex rais Muhammar Gheddafi, una delle molte cause dell'insicurezza generale di Tripoli.
Settimana scorsa un gruppo di presunti "gheddafiani" ha dato per due volte l'assalto al cimitero italiano presente nella capitale libica. Un primo attacco sarebbe stato sventato dall'intervento degli abitanti. La seconda volta gli uomini sono riusciti a uccidere la guardia che vigila sulle sepolture e danneggiare molte delle tombe.
I gruppi pro-Gheddafi sono, secondo il governo, responsabili delle violenze in diverse città del Paese. A Sabha, capitale della regione del Fezzan, le forze governative e le milizie di Misurata, uno dei molti gruppi incaricati di mantenere la sicurezza in Libia, si sono scontrati negli scorsi giorni con i nostalgici del vecchio regime. La città sarebbe tornata sotto controllo, dopo venti giorni di scontri, che hanno causato almeno 105 morti.
Rapimenti
La mancanza di sicurezza in Libia è evidente anche dal numero di rapimenti messi a segno nell'ultimo periodo. Cinque diplomatici egiziani e un membro dell'ambasciata a Tripoli sono stati trattenuti per alcuni giorni e rilasciati soltanto lunedì.
Due operai edili italiani sono stati sequestrati a Derna, nella regione orientale della
Cirenaica. Qui un forte movimento separatista, mai sopito, ha dichiarato l'indipendenza dalla Libia e qui si nota la presenza consistente di forze qaediste libiche. A ottobre era stato vittima di un sequestro lampo anche il premier Ali Zeidan.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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