Lincolnshire, contea "depressa" dall'immigrazione incontrollata dove l'Ukip batte pure i Labour

In dieci anni la popolazione è quintuplicata per il boom di immigrati dall'est Europa. L'Ukip: "Chiudiamo le frontiere". Sostieni il reportage Europa ribelle

Lincolnshire, contea "depressa" dall'immigrazione incontrollata dove l'Ukip batte pure i Labour

nostro inviato a Boston (Inghilterra)

Il clima che si respira a Boston è davvero pesante. È qui che si consuma la profonda spaccatura tra il Nord e il Sud dell'Inghilterra. Nonostante le giostre che, festose, rimbombano musica techno lungo tutta la Strait Bargate abbiano riempito il centro di quella che gli stessi abitanti del posto hanno ribattezzato "Little Poland" (piccola Polonia), non sfuggono i numerosi cartelli di negozi in vendita, gli sguardi schivi dei passanti e soprattutto la presenza, ad ogni angolo, di immigrati dell'est Europa. Non deve quindi stupire se proprio nel Lincolnshire, contea della baronessa Thatcher dominata dai conservatori per oltre un secolo, sono stati eletti ben sedici consiglieri dello UK Independence Party.

Tutt'intorno a Boston l'aria non cambia. A Skegness, come a Grimsby o a Lincoln, la crisi economica, l'incapacità del governo nel trovare misure di sostegno e le regole imposte dall'Unione europea hanno pesantemente impoverito gli abitanti facendo schizzare alle stelle la disoccupazione e precipitando i salari ai minimi storici. Eppure il Lincolnshire, ribattezzato dal Daily Mail "Lincolngrad", continua ad attirare immigrati da tutti i Paesi dell'est Europa. Nella sola Boston la popolazione è pressoché quintuplicata nel giro di solo nove anni. Polacchi, lituani, lettoni, bulgari, romeni continuano ad arrivare: per appena 5 pound all'ora raccolgono cavolfiori, cavoli di Bruxelles e cavoli cappucci. "Portano via il lavoro a noi inglesi", racconta Paul mentre sorseggia una birra chiara guardando il fiume che gli scorre davanti.

L'Haven è una poltiglia limacciosa e marrone che scorre a due passi dalla Saint Botolphs Church. Tutt'intorno si snoda un opprimente dedalo di case dai mattoni di un rosso violento e dai comignoli anneriti dalla fuliggine. Gironzolare per le vie del centro di Boston ti getta, tutt'a un tratto, nel cuore di un romanzo di Dickens. Ed proprio qui che l'Ukip ha portato a casa ben nove consiglieri su undici. Rispetto al Cambridgeshire, però, nel Lincolnshire il partito di Nigel Farage sta attecchendo soprattutto nella working class. Secondo il guru politico dell'opposizione Lord Glasman, considerato come uno dei più stretti collaboratori di Ed Milliband, il Labour rappresenta da troppo tempo la classe media del Regno Unito e non parla più della classe operaia. Non deve quindi stupire se a marzo Danny Brookes, consigliere a Skegness dal 2012, ha sbattuto la porta in faccia ai Labour. "L'UKip è un partito che porta avanti politiche di buon senso, un partito che mette le persone prima della politica - spiega - e questo è ormai venuto a mancare nelle altre forze politiche".

Incontro Victoria Ayling, consigliere nel Lincolnshire, nella sua bellissima villa a Stickford. Fuori sventola un'enorme bandiera del Regno Unito. Il prato è en curato. E tutta la casa è arredata con uno stile d'altri tempi. Disseminate qua e là ci sono decine di fotografie che ritraggono la Ayling al fianco di Farage. "Sono stata parlamentare per i conservatori nel 2010...", ci tiene a farmi sapere. Adesso, infatti, è passata sotto il segno dell'Ukip: "Tutti gli altri partiti sono solo interessati al potere". Si accalora subito, ha a cuore l'emergenza immigrazione e spera che l'anno prossimo Farage riesca a sfondare a Westminster per "portare in parlamento un atto che, una volta per tutti, chiuda le nostre frontiere agli immigrati". "È senza alcun dubbio colpa dei nostri governi che hanno sempre concesso agli immigrati gli assegni di disoccupazione, la sanità e l'istruzione gratuite, l'accesso alle case popolari - continua - grazie ai voli low cost a un qualsiasi europeo bastano pochi soldi per trasferirsi in Inghilterra". Basta fare qualche domanda in giro per Boston, Grimsby o Skegness per capire che l'Ukip riflette il pensiero della stragrande maggioranza dei cittadini. "L'Inghilterra è una piccola isola - spiega Brian di Lincoln - non c'è spazio per tutti". Nel Lincolnshire, area commerciale profondamente depressa dalla crisi, l'immigrazione è sempre più avvertita come un'emergenza. Chiunque fermo per strada scuote le spalle se gli chiedo un'opinione sulla Ue o sulle elezioni europee, ma si accalora non appena si attacca a parlare di stranieri. Mary, per esempio, è un insegnante e sa bene tutte le problematiche che i figli di immigrati devo affrontare quando vengono iscritti alle elementari. Non è quindi un caso se da qualche tempo a questa parte Farage ha iniziato a insistere sull'importanza della lingua. "Spazio, lavoro e lingua - fa notare Mathew Smith, consigliere dell'Ukip a Great Yarmouth - sono tre cose molto importanti".

"Boston è sicuramente il miglior esempio di cosa è andato storto negli ultimi anni". Raggiungo Robin Hunter Clarke, consigliere dell'Ukip a Skegness, telefonicamente. Da giorni è in giro per un tour elettorale che lo accompagnerà fino a fine maggio. Sente che il vento sta cambiando e sta portando avanti una campagna porta a porta per convincere che "l'Ue è il male più grande per gli inglesi.

L'anno scorso Hunter Clarke ha portato a casa il 35% delle preferenze, il 10% in più rispetto alla media del Lincolnshire. "Le persone stanno iniziando a realizzare che l'assistenzialismo è sbagliato - spiega - prima ce ne andremo dalla Ue, prima riprenderemo il controllo delle nostre frontiere e della nostra Inghilterra".

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