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L'Ue scopre che Hezbollah è terrorista

La Bulgaria denuncia: abbiamo prove che è dietro la strage di Burgas. E Bruxelles promette: approfondiremo

D'Alema a braccetto con un deputato di Hezbollah
D'Alema a braccetto con un deputato di Hezbollah

La Bulgaria accusa il partito armato Hezbollah dell'attentato anti israeliano che lo scorso luglio ha provocato sei vittime in una località turistica sul Mar Nero. Per la prima volta un Paese dell'Unione Europea, che fa parte della Nato, punta il dito sul movimento sciita libanese per un attentato sul suolo del Vecchio continente. Il risultato è che la Ue potrebbe inserire il partito armato nella lista dei gruppi del terrore come chiedono da tempo gli americani e gli israeliani. Il problema è che in Europa gli uomini di Hezbollah agiscono liberamente. Non a caso molti politici europei hanno sempre mantenuto buoni rapporti con il Partito di Dio. Qualcuno come l'allora ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, è stato immortalato nel 2006 a braccetto con un deputato di Hezbollah, Hussein Haji Hassan, fra le macerie dei bombardamenti israeliani a Beirut.

Ieri il governo di Sofia ha denunciato che almeno due dei tre presunti autori dell'attentato sono legati alla milizia sciita libanese. «Ci sono dati che dimostrano i collegamenti finanziari fra i sospetti e Hezbollah» ha dichiarato il ministro dell'Interno bulgaro Tsvetan Tsvetanov. Non sono stati fatti i nomi dei ricercati, ma si tratta di un individuo con regolare passaporto canadese ed un altro con la cittadinanza australiana. Uno dei due ha vissuto in Libano fino al 2006, il secondo vi è rimasto fino al 2010.

«Possiamo sostenere con una buona dose di riscontri che i due (sospetti), la cui reale identità è ancora da accertare, facevano parte dell'ala militare di Hezbollah« ha sottolineato il ministro di Sofia.

Nell'attentato del 18 luglio, il terzo terrorista con l'esplosivo è saltato in aria provocando la morte di 5 turisti israeliani e l'autista bulgaro del pullman che li stava portando a un hotel della città costiera di Burgas. Secondo l'Europol non si trattava di un kamikaze, ma è stato fatto esplodere con un comando a distanza da un complice o ha attivato per sbaglio il detonatore.

Sia il terrorista saltato in aria che i suoi due complici avevano delle patenti di guida americane falsificate in Libano. La Bulgaria ha chiesto l'aiuto di Canada, Australia e del governo libanese per arrestare i sospetti. A Beirut gli uomini di Hezbollah, che hanno sempre accusato Israele di aver montato una falsa pista su Burgas, garantiscono un appoggio chiave all'esecutivo.

A differenza degli americani, l'Europa non considera Hezbollah un gruppo terrorista. Solo l'Olanda ha messo al bando il Partito di Allah sul suo territorio. Germania e Francia fino ad oggi erano restie a puntare il dito contro gli sciiti libanesi nonostante Parigi li accusi di aver attaccato i caschi blu francesi in Libano. L'Italia, grazie a D'Alema, aveva buoni rapporti tenendo conto che nel sud del Paese dei cedri, territorio Hezbollah, comandiamo la missione Onu e schieriamo oltre mille soldati. La Gran Bretagna era la più decisa a mettere al bando o imporre sanzioni europee al Partito di Dio. Non a caso la baronessa Catherine Ashton, rappresentante degli Esteri di Bruxelles, ha dichiarato ieri che i Paesi membri l'Ue «discuteranno la risposta più appropriata sulla base di tutti gli elementi identificati dagli investigatori».

Da Washington John Brennan, consigliere per la sicurezza della Casa Bianca, ha chiesto «ai partner europei di smascherare le infrastrutture di Hezbollah e smantellare la loro rete finanziaria per prevenire attacchi futuri». Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è stato lapidario invitando l'Europa «a vedere la vera natura di Hezbollah».

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