Maledizione sul Bolshoi: dopo il direttore sfregiato ballerina fugge all'estero

Svetlana Lunkina, stella della danza russa, minacciata e costretta a rifugiarsi in Canada. Il marito dell'étoile è coinvolto in una causa milionaria

Maledizione sul Bolshoi: dopo il direttore sfregiato ballerina fugge all'estero

Mosca - C'è un nuovo giallo al Bolshoi di Mosca. Svetlana Lunkina, una stella del balletto russo, ha lasciato il Paese e ha già trovato asilo in Canada. La decisione di fuggire all'estero è venuta dopo mesi di minacce, ha detto Lunkina al quotidiano Izvestia. Ed è la seconda volta in pochi giorni che il teatro più famoso della Russia finisce sulle pagina di cronaca, anziché su quelle di cultura: il 17 gennaio uno sconosciuto ha sfigurato il direttore artistico del Bolshoi con un flacone di acido ed è scomparso senza lasciare tracce. Sergei Filin si trova da allora nell'ospedale numero 36 di Mosca, le sue condizioni sono gravi e la polizia non ha ancora una pista sicura per arrivare al nome dell'aggressore. «Dobbiamo reagire, questa gente non ha alcun diritto di interferire con il nostro lavoro e con la nostra vita privata», ha commentato Lunkina.
A quanto pare le minacce coinvolgono il marito dell'etoile, il produttore cinematografico Vladislav Moskalyev, che è impegnato in una causa milionaria con un vecchio socio in affari. I due sono partiti per il Canada insieme e resteranno lontani dalla Russia «sino alla fine della stagione», ma alcuni pensano che servirà più tempo per rivedere la ballerina calcare il palco del Bolshoi.

La vicenda di Lunkina ha riportato l'attenzione dei quotidiani russi sul problema della sicurezza. Pochi giorni fa, dal suo letto di ospedale, il direttore Filin ha accusato le forze dell'ordine di avere respinto le sue richieste d'aiuto nonostante minacce e ricatti. «Mi hanno risposto che è normale avere dei nemici quando tutto va bene - ha dichiarato in una intervista alla Komsomolskaya Pravda -. Hanno detto che devo trovare la forza dentro di me». Filin, 42 anni, è stato scelto come guida artistica del teatro nella primavera del 2011. Si tratta di una poltrona ambita e pericolosa: il suo predecessore, Yuri Burlaka, era stato costretto a lasciare dopo che le sue foto in compagnia di un amante sono finite su un sito internet identico a quello del Bolshoi.

Al povero Filin è andata decisamente peggio. La scorsa settimana alcuni giornali hanno pubblicato una sua fotografia con il volto coperto di bende. I medici cercano di curargli le ferite (ha ustioni di terzo grado sulle labbra, sulle guance e persino sulle orecchie), secondo fonti ospedaliere il loro obiettivo principale è riuscire a ridargli la vista. L'uomo che ha colpito Filin con l'acido è ancora senza identità, ma pare che gli inquirenti puntino sulla pista professionale: forse anche l'aggressore è un uomo di teatro, magari si tratta di un collega deluso.

Sipario, intrighi e milioni di euro, c'è tutto questo nella storia recente del Bolshoi. Il teatro è rimasto a lungo chiuso per una lunga campagna di restauri e non è chiaro quanto sia stato speso effettivamente per restituire l'edificio ai suoi antichi splendori. Nel 2005 gli operai hanno chiuso gli ingressi e si sono messi al lavoro: all'inizio pareva che il restauro sarebbe durato pochi mesi e avrebbe impegnato circa 600 milioni di dollari, ma nel giro di qualche settimana i tecnici ingaggiati dal governo hanno scoperto problemi sul 75 per cento della struttura. La stima dei costi è così lievitata sino a toccare gli 850 milioni di dollari.

Il cantiere è terminato soltanto nel 2011, sei anni dopo l'inizio dei lavori, e il Cremlino ha fatto sapere che la spesa complessiva è rimasta al di sotto delle attese, che si è fermata intorno ai 700 milioni. Il mistero di Filin e di Lunkina, invece, è ancora tutto da risolvere.

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