Mondo

Mali, intervento della Francia contro i ribelli islamisti

Le forze armate francesi aiuteranno Senegal e Niger nel contrastare l'avanzata da nord, al fianco dei governativi

Bamako, sede del partito del Presidente ad interim Dioncounda Traore distrutta
Bamako, sede del partito del Presidente ad interim Dioncounda Traore distrutta

L'operazione in Mali è cominciata. Le forze armate di Parigi hanno dato il via oggi a un intervento in supporto del governo del Mali, per contrastare i ribelli islamisti in un conflitto civile iniziato a marzo, dopo l'ultimo colpo di stato. Quella avviata da François Hollande è una missione che al momento non ha una data di fine e che continuerà - nelle parole del presidente francese - fino a che sarà necessario.

Accanto alla Francia, sul campo saranno impegnate le forze di Niger e Senegal. Ma soldati dovrebbero arrivare anche dalla Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Cedeao). L'obiettivo è quello di interferire con l'avanzata delle forze islamiste, che avanzando dal Nord cercano di conquistare le città al centro del paese dell'Africa Occidentale.

Laurent Fabius, ministro degli Esteri d'Oltralpe, ha chiarito in conferenza stampa la ragione principale che ha spinto a un intervento, ovvero la necessità di evitare la creazione di uno Stato terrorista. Già questo pomeriggio i caccia francesi hanno compiuto alcuni raid contro gli islamisti.

Forze armate in difesa della Capitale

La presenza di militari stranieri - secondo quanto detto in conferenza stampa da Oumar Dao, capo delle operazioni militari dello Stato maggiore dell'esercito - si concentreranno per ora a Sevarè. Da alcuni giorni gli islamisti avrebbero catturato anche la città di Konna, più a nord.

A circa 40 chilometri dalla Capitale - a quanto riporta il New York Times - si trova una base aerea nelle mani dei ribelli. L'unica città di un certo rilievo in mano all'esercito del Mali sarebbe Mopti, a meno di 20 chilometri da Sevarè. Di oggi la notizia che i governativi avrebbero ripreso il controllo di Douentza, da settembre in mano agli islamisti.

Decisioni in seno alle Nazioni Unite

L'intervento della Francia sarà limitato a due fattori. Primo, che i ribelli continuino ad avanzare. Secondo, il rispetto delle risoluzione delle Nazioni Unite. Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu - dopo la richiesta di aiuto avanzata dal presidente ad interim, Dioncounda Traorè - aveva chiesto un "rapido dispiegamento" di forze multinazionali per far fronte al "grave deterioramento della situazione".

Violazione dei diritti umani

A preoccupare non è soltanto l'instabilità politica ormai evidente in Mali. Da considerare c'è anche l'aspetto umanitario. Organizzazioni come Amnesty hanno più volte ribadito che i ribelli islamisti applicano nel nord del Paese una versione estremamente rigida della Sharia. Tra le denunce il susseguirsi di numerosi casi di stupro. Evidente anche l'utilizzo massiccio di bambini soldato.

A dicembre l'organizzazione ha chiesto all'Onu di affiancare alla forza militare osservatori che tutelino i diritti umani, in un contesto in cui l'utilizzo delle armi potrebbe peggiorare la situazione per i civili.

Commenti