Pragmatica e arguta come sempre, Angela Merkel si è presentata ieri in conferenza stampa con un mezzo cadavere al fianco - il ministro dell’Ambiente e suo pupillo Norbert Röttgen, bocciato sonoramente ventiquattr’ore prima alle amministrative del Nord Reno-Vestfalia - e ha elogiato la forza della candidatura dell’anti-Merkel, Hannelore Kraft, la donna che è riuscita a relegare la Cdu della Cancelliera al risultato peggiore dal dopoguerra (26,3%, quasi 9 punti in meno rispetto a due anni fa), ha strappato la rielezione nella regione motore economico di Germania, ha garantito una larga maggioranza all’accoppiata rosso- verde (39,1%dell’Spd e 11,3%degli ecologisti) ed è considerata l’unica sfidante che alle politiche del 2013 potrebbe battere la leader di governo a Berlino. Un colpo da maestra quello di Frau Merkel. Perché dopo aver ammesso che quella di domenica è stata «una chiara vittoria» dei socialdemocratici e una conseguente «sconfitta amara e dolorosa» per i cristiano-democratici, la Cancelliera nell’elogiare la rivale rossa Kraft ha voluto bollare la vittoria degli avversari come il successo di una personalità più che quello del partito di opposizione. E non ha perso tempo a chiarire il concetto: i risultati ottenuti ieri dall’Spd nel Land del Nord Reno-Vestfalia «sono molto diversi» da quelli attribuiti nei sondaggi alla sinistra tedesca a livello federale. Attenti a correre troppo in avanti e a celebrare i funerali della «lady di ferro» tedesca, ha avvertito non troppo celatamente la diretta interessata, che infatti si è definita «rilassata» sul voto federale del prossimo anno e ha garantito che i conservatori «di certo possono fare meglio, sicuramente meglio di domenica ».
In realtà,dopo la brutta batosta (l’undicesima a livello locale) subita l’altro ieri dalla Cdu, la Cancelliera è in difficoltà. Il Nord Reno-Vestfalia ha regalato una netta vittoria alla leader socialdemocratica che ha preferito il debito a una rigorosa politica dei tagli.Il cavallo di battaglia della Kanzlerin è stato azzoppato proprio alla vigilia dell’insediamentoufficiale del nuovo presidente francese François Hollande, che oggi stesso, dopo aver preso in mano lo scettro dell’Eliseo, incontrerà la Cancelliera per perorare la causa della crescita in Europa e spingere perché sia inserita nel Fiscal Compact. «Il lavoro in Europa non sarà influenzato » dalla sconfitta in Nrv, ha detto la Cancelliera. Che tuttavia, anche ieri, è stata costretta a cambiare tono e a ribadire che «non c’è contraddizione tra una politica di bilancio solida e la crescita». Ironia della sorte, l’asso nella manica della Merkel ora potrebbe essere proprio Hollande: «Se saranno in grado di trovare un compromesso,saranno a malapena attaccabili in politica europea (...) e questo li rafforzerebbe di fronte alle rispettive opposizioni», scrive la Sueddeutsche Zeitung.
Eppure, forte del risultato delle amministrative, l’opposizione tedesca comincia a minacciare Frau Merkel. E a sognare. Scalpita contro il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, a cui chiede di scegliere tra l’attuale poltrona e quella che gli si prospetta come presidente dell’Eurogruppo («sarebbe incompatibile con le esigenze dell’incarico di governo »).E comincia a sognare un’ascesa ai vertici del potere politico tedesco con un’alleanza a tre tra socialdemocratici, verdi e liberali. A smorzare gli entusiasmi, però, pensa la stampa tedesca, che parla di «autosuggestione Spd-Verdi» ( Spiegel ) e avverte che la Merkel è «un avversario di ben altro calibro» rispetto al suo fedelissimo ministro Röttgen ( Welt ) che con la sconfitta di domenica perde anche le chance di arrivare alla Cancelleria.
Forte del fatto suo, la Kanzlerin Merkel non si è sbilanciata più di tanto sulla nuova speranza dei socialdemocratici, Hannelore Kraft. Tra lo snob e il disinvolto, dopo aver elogiato la governatrice, la Merkel ha fatto capire che ci vorrà del tempo prima che la sua leadership venga minacciata: «Le candidature alla cancelleria dell’Spd non dipendono da me - ha detto - . Quindi lascio semplicemente che accada». Let it be , let it be ...
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