Si sta lasciando morire. Hosni Mubarak, per trentanni padrone assoluto dellEgitto e deposto quindici mesi fa al termine della rivolta simboleggiata dalle grandi folle di piazza Tahrir al Cairo, è ormai al lumicino. In carcere dallo scorso 2 giugno, è caduto preda della depressione e si rifiuta di mangiare e bere. Le sue condizioni di salute stanno precipitando: ieri i medici dellospedale della prigione cairota di Torah dovè detenuto (di un ricovero in ospedale per ora non si parla) hanno dovuto usare due volte il defibrillatore su di lui per ripristinare un battito cardiaco accettabile dopo che per altrettante volte il cuore si era fermato. Nellarco della giornata Mubarak ha perso conoscenza per tre volte (ma già domenica si era trovato in una situazione simile) e presenta un quadro clinico allarmante: pressione alta, difficoltà respiratorie e depressione grave. A un certo punto è stata diffusa la notizia che fosse scivolato nel coma, ma il ministero dellInterno ha smentito, pur confermando la gravità delle sue condizioni: rischia unembolia.
Lex raìs, che ha 84 anni, vive la sentenza che lo ha condannato allergastolo per non aver impedito il massacro di centinaia di oppositori durante la «primavera egiziana» come un tradimento. Quando il verdetto è stato letto in tribunale, luomo che gli egiziani avevano chiamato per decenni «il Faraone» è scoppiato in lacrime sulla barella dalla quale assisteva al processo. Condotto a bordo di un elicottero per essere trasferito in carcere, ha continuato a disperarsi e a rivolgere accuse al consiglio militare che di fatto controlla il potere dopo la sua deposizione: «LEgitto mi ha svenduto - ha detto al suo avvocato -, qui mi vogliono uccidere». E una volta giunti alla prigione di Torah ci sono volute tre ore per convincerlo a scendere e andare incontro al suo umiliante destino.
I familiari di Mubarak, e in particolare la moglie Suzanne, stanno cercando di ottenere che il loro congiunto venga trasferito in un ospedale attrezzato per situazioni di questo genere. Finora la richiesta non è stata accolta, ma fonti ufficiali hanno lasciato capire che la situazione potrebbe cambiare qualora le condizioni dellex presidente non mostrassero miglioramenti: lavvocato dei Mubarak già minaccia di portare in tribunale il ministero dellInterno se lex raìs morirà in carcere. I due figli Gamal (che a suo tempo veniva considerato lerede designato dal padre a raccogliere il bastone del comando) e Alaa, ricco uomo daffari, gli sono accanto: entrambi sono detenuti nella stessa prigione, in attesa di essere giudicati per illeciti arricchimenti resi possibili da insider trading. Gamal e Alaa sono invece già stati scagionati dallaccusa di corruzione, cosa che ha suscitato rabbiosa indignazione in Egitto.
Limpressione è che il destino di Hosni Mubarak sia comunque segnato. Il primo a rendersene conto è lui stesso, che però tende a vedere le cose con gli occhi indignati del vecchio monarca tradito dai suoi fedeli, prima ancora che dai suoi sudditi.
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