"Niente foto con i neri", bufera nella Nba

Il proprietario dei Clippers avverte la fidanzata meticcia, immortalata con Magic Johnson. Obama: ignorante

"Niente foto con i neri", bufera nella Nba

È intervenuto anche il presidente. Barack Obama, primo leader afro-americano degli Stati Uniti, giocatore e appassionato tifoso di pallacanestro, ha interrotto le discussioni di geopolitica durante la sua visita in Malaysia ieri per un commento amaro sulle parole che in queste ore infiammano l'Nba, la lega di basket in America. È una conversazione rubata e resa pubblica venerdì dal sito Tmz, dedicato al gossip e alla vita delle celebrità, ad aver creato lo scandalo. Un uomo identificato dal sito come Donald Sterling, padrone della squadra dei Los Angeles Clippers, chiede ripetutamente a una donna, la fidanzata, di smetterla di pubblicare fotografie sul suo profilo Instagram in cui compare accanto a uomini di colore, e di non presentarsi alle partite della sua squadra in compagnia di afro-americani: «M'infastidisce che tu voglia rendere pubblica la tua associazione con neri», dice la voce riferendosi a una fotografia in cui la donna compare con una leggenda della pallacanestro, Magic Johnson, ex giocatore dei Los Angeles Lakers per tredici stagioni.
Donald Sterling non ha negato d'essere la voce di quella conversazione rubata e rimbalzata in ogni angolo d'America. Per il presidente Obama, quelle parole sono un esempio di «come gli Stati Uniti continuino a lottare con il retaggio della segregazione». «Quando gli ignoranti vogliono pubblicizzare la propria ignoranza non si deve fare proprio nulla, soltanto lasciarli parlare», ha detto.
L'Nba ha aperto un'inchiesta sui fatti. Il mondo della pallacanestro, come ha ricordato il presidente, «ha un sacco di giocatori afro-americani, ricchi della cultura afro-americana». Ora quel mondo reagisce sconcertato, con rabbia. E proprio Magic Johnson, il leggendario cestista incluso nella Hall of Fame della pallacanestro, chiamato in causa da quella registrazione, è stato tra i primi a reagire: ha scritto su Twitter che finché Sterling sarà presidente dei Clippers, lui non si presenterà a nessuna partita della squadra. Gli atleti dei Clippers hanno pensato in un primo momento di boicottare i playoff. Scenderanno invece in campo, ha detto l'allenatore Doc Rivers, e mostreranno d'essere uniti, bianchi e neri.
«Non potrei giocare per lui», ha scritto su Twitter l'uomo più pagato dell'Nba, Kobe Bryant. Per il cestista dei Miami Heat LeBron James «non c'è posto per Donald Sterling nell'Nba». Il giocatore non è l'unico a chiedere un'azione rapida della Lega o l'allontanamento del ricco padrone dei Clippers dall'Nba. Nessuno può togliergli la proprietà della squadra, ma l'ostracismo è già iniziato: ieri Sterling ha accettato di non presentarsi a bordo campo. Il presidente dei Clippers Andy Roeser difende l'uomo, parla per lui, spiega come le parole rubate non rappresentino il suo punto di vista e insinua un dubbio: esisterebbe una causa aperta tra la famiglia Sterling e la donna della conversazione, che avrebbe potuto rendere pubblica la registrazione con secondi fini. I giornali ricordano però che nel passato di Sterling ci sono altri episodi di discriminazione: il dipartimento di Giustizia nel 2006 gli ha fatto causa, con l'accusa di negare affitti a persone di colore o di origini latino-americane.


Ora il destino del padrone dei Clippers è nella mani del nuovo commissario dell'Nba, Adam Silver, che ha definito le sue parole «inquietanti» ma si è attirato le critiche di chi, come il quotidiano Usa Today, pensa che la Lega avrebbe dovuto agire subito e con decisione, cacciando Sterling.

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