Nigeria, nuova strage in chiesa I cristiani infuriati reagiscono

Almeno dieci morti e 145 feriti è il bilancio di un'altra domenica di sangue in Nigeria. Un kamikaze del gruppo islamico Boko Haram si è fatto esplodere nell'autobomba che ha guidato fin dentro una chiesa cattolica a Kaduna, nel Nord del Paese, uccidendo almeno sette persone e provocando la rappresaglia dei cristiani che hanno dato fuoco a un musulmano e ucciso a bastonate altri due islamici. Il kamikaze ha portato l'auto imbottita di esplosivo quasi fino all'interno della Chiesa di Santa Rita, dove era in corso la celebrazione della messa della domenica, provocando un'enorme esplosione che ha ucciso almeno otto persone, ne ha ferite 145 e ha danneggiato anche gli edifici circostanti.
Sebbene non vi sia stata rivendicazione da parte della setta terrorista islamica dei Boko Haram, l'attentato di ieri è molto simile ai numerosi altri che portano la loro firma, e che nell'ultimo anno hanno intensificato la loro campagna di odio contro i cristiani. Gli attacchi alle chiese spesso colpiscono il centro della Nigeria, ovvero quella fascia dove s'incontra il sud a prevalenza cristiano e il nord a prevalenza musulmano. Kaduna, con la sua popolazione mista, rientra nel perimetro a rischio. Subito dopo l'attentato, la folla di cristiani inferocita si è riversata nelle strade armata di coltelli e bastoni, avviando una vera «caccia al musulmano», uccidendone due nei pressi della chiesa e dando alle fiamme un terzo. Gli assalitori lo hanno fermato mentre era in motorino e lo hanno cosparso di carburante, poi gli hanno dato fuoco. Un responsabile dei servizi di soccorso ha dichiarato che i soccorritori non avevano potuto salvarlo perché gli aggressori erano troppo violenti. Anche un veicolo dei soccorritori sarebbe stato attaccato dopo l'attentato.

«Siamo di fronte all'ennesimo, odioso attentato che colpisce i cristiani proprio nel giorno della festa religiosa - ha detto il ministro degli Esteri Giulio Terzi -. La condanna deve essere la più ferma perché questi atti vili colpiscono la coscienza di chi si batte contro la violenza e per il rispetto della libertà di religione».

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