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Obama fa il "grillino" e punta il dito contro i politicanti di Washington

Tra poco l'atteso "discorso dell'Unione". L'economia va bene ma i sondaggi non premiamo la Casa Bianca

Obama, discorso sullo stato dell'Unione 2011
Obama, discorso sullo stato dell'Unione 2011

L'economia ha ripreso slancio negli Stati Uniti: gli ultimi dati evidenziano una crescita del 4,1%, la più alta degli ultimi due anni e il terzo miglior risultato dal 2006. Il peggio, dunque, sembra passato. Ma il presidente Barack Obama deve fare i conti con altri numeri che lo preoccupano: da un sondaggio commissionato da Wall Street Journal e Nbc News emerge che solo il 43% degli americani approva il suo operato. Un anno fa era al 55%. Lui lo sa bene e per questo, nel suo quinto discorso sullo "stato dell'Unione", l'ultimo prima delle elezioni di metà mandato, da abile giocatore di pocker rilancia. Lo fa con un'agenda politica molto ambiziosa: infrastrutture, riforma dell'immigrazione, lotta alla disoccupazione, stretta sulle armi e diritti civili. Su questi e su altri temi il presidente rilancerà le proprie idee. Che sono frutto di una visione politica di sinistra, ma che deve tenere conto anche dell'esigenza di non far aumentare a dismisura il deficit federale, considerato che più del 75% degli americani sembra dare molto importanza a questo tema, strettamente legato a quello delle tasse.

Obama è consapevole che questa è la sua ultima occasione per provare a lasciare il segno, togliendosi di dosso l'etichetta, assai antipatica, di "tutto fumo e poco arrosto" che più di una volta gli è stata affibbiata. Passate le elezioni di midterm tutti inizieranno a pensare alla lunga corsa per la Casa Bianca e, a quel punto, molti dei giochi saranno fatti, anche se il presidente continuerà a governare per altri due anni. Lui però, oltre a voler realizzare qualcosa di importante - o almeno provare a farlo - spera di tirare la volata ai democratici, sia per il Congresso che per le presidenziali 2016. In questa ottica cerca di puntellare soprattutto il voto giovanile, quello che più ha risentito della crisi di consensi intorno alla Casa Bianca, soprattutto dopo lo scandalo del Datagate. E, novità assoluta, Obama si trasformerà in "grillino". Dal presidente, infatti, partirà una durissima invettiva contro i politicanti di Capitol Hill, i politici di Washington che, con le loro chiacchiere e i loro infiniti bracci di ferro, gli impediscono di governare bloccando, di fatto, il Paese. Il presidente, dunque, si impegna a dare battaglia all'ostruzionismo fine a se stesso del Congresso e parte, lancia in resta, armato di "pen and phone" (penna e telefono), per governare a colpi di decreti. Obama, dunque, cerca di cavalcare gli indignati e punta il dito contro i politici.

Un primo assaggio: è in arrivo un ordine esecutivo per innalzare il salario minimo dei nuovi dipendenti federali da 7,25 dollari a 10,10 dollari all'ora. Lo anticipa la Casa Bianca a poche ore dal discorso sullo Stato dell'Unione. La misura
riguarderà solo i contratti di lavoro nuovi e non quelli già stipulati ma, se alcune condizioni dell'accordo cambieranno, potrebbe essere applicabile ai contratti in rinnovo. Dell'aumento beneficeranno soprattutto custodi e lavoratori del settore edile, oltre che gli impiegati nelle basi militari che sono addetti a lavare stoviglie e panni e servire il cibo. Il provvedimento è in linea con l'appello di Obama ad innalzare il salario minimo orario nazionale a 10,10 dollari e con la sua richiesta di legare le paghe all'inflazione. Obama, che fatica a superare l’ostruzionismo dei repubblicani alla sua agenda politica, cerca di mostrare i muscoli: i repubblicani si oppongono all’aumento del salario minimo, sostenendo che compensi più alti metteranno il freno alle assunzioni. Secondo indiscrezioni Obama a Capitol Hill toccherà il tema "disparità economiche" tra ricchi e poveri. "Potete stare certi - ha detto il portavoce Jay Carney - che il presidente intende pienamente usare la sua autorità esecutiva e i poteri unici dati dal suo incarico per creare opportunità economiche e fare progressi nelle aree che ritiene molto importanti, per promuovere la crescita economica e la creazione di posti di lavoro".

Nel suo quinto discorso sullo stato dell'Unione Obama ha chiesto (e ovviamente ottenuto) aiuto a Michelle. La first lady sarà circondata, sul palco d'onore di Capitol Hill, da cinque testimonial d'eccezione: Jason Collins, primo giocatore di basket a dichiararsi gay; Carlos Arredondo e Jeff Bauman, due sopravvissuti all'attentato di Boston (il primo è ritratto in una celebre foto, con un cappello da cowboy bianco); Gary Bird, capo dei vigili del fuoco di Moore, in Oklahoma, duramente colpita dal tornado; Shareeka Elliot, addetta alle pulizie dell'aeroporto di New York, che non riesce ad arrivare a fine mese. Cinque storie, cinque vite, cinque pezzi importanti di America a cui Obama intende parlare. Sembra quasi l'inizio di una nuova campagna elettorale. E in parte già lo è.

- Come seguire il discorso sullo stato dell'Unione

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