New York - «Non voglio ricevere email da tutti», ha detto Barack Obama mentre parlava giovedì in una fabbrica della General Electric a Waukesha, Wisconsin. Le email però sono arrivate veloci, assieme alle critiche. Un lavoro in fabbrica potrebbe servirvi più di una laurea in storia dell'arte, ha detto il presidente americano, indignando quei professori, esperti e accademici che fanno parte della sua base elettorale.
«Vi garantisco - ha detto - che si possono fare potenzialmente molti soldi con specializzazioni nel settore manifatturiero rispetto ad avere una laurea in storia dell'arte». Immediatamente dopo aver pronunciato la frase controversa, Obama ha smussato gli angoli: «Ora, non c'è nulla di male in una laurea in storia dell'arte, adoro la storia dell'arte». Non gli è bastato per arginare le polemiche. Linda Downs, direttore esecutivo della Art Association, organizzazione di laureati e professori in storia dell'arte, ha reagito con sdegno: «O mio Dio, è terribile». «Val la pena ricordare che molti dei più importanti innovatori della Nazione, anche in campi come le tecnologie, il business, perfino le discipline militari, hanno un diploma in Humanities».
La nuova polemica arriva mentre il presidente alterna viaggi negli Stati Uniti per spingere il suo piano sull'impiego, presentato martedì durante il discorso sullo Stato dell'Unione. Il vice presidente Joe Biden supervisionerà un programma per la formazione di operai specializzati e l'Amministrazione dedicherà 500 milioni di dollari per programmi di formazione nei Community College, quegli istituti locali con curricula di due anni solitamente più tecnici e orientati all'immediato ingresso nel mondo del lavoro rispetto alle università. E proprio ieri, altro segno dell'offensiva sull'occupazione dell'Amministrazione, Barack Obama ha ricevuto alla Casa Bianca gli amministratori delegati di alcune delle maggiori società del Paese. In un'intervista andata in onda nelle scorse ore sulla Cnn, il presidente cammina con il giornalista all'interno di una fabbrica e spiega come almeno 300 compagnie - tra cui Ford, Walmart, Apple - abbiano accettato di impegnarsi in un piano per l'occupazione, per esempio non eliminando dalle liste dei potenziali assunti persone senza lavoro da lungo tempo.
Barack Obama è entrato con poche parole in un dibattito che divide anche in Italia: oppone i partigiani di un'educazione più tecnica, di formazioni specializzate capaci d'inserire i giovani direttamente sul mondo del lavoro, a chi preferisce curricula più tradizionali. «Sto soltanto dicendo che si può guadagnare e avere una grande carriera senza quattro anni di università, sempre che si riceva una formazione specializzata», ha spiegato il presidente. Per l'America, la questione è resa più acerba anche da rate universitarie di decine di migliaia di dollari, spesso colmate con prestiti studenteschi ripagati a fatica e molti anni dopo la laurea. Il presidente sembra aver inoltre toccato nel vivo una parte importante della sua stessa base elettorale, come mostra sul suo blog il Washington Post, pubblicando dichiarazioni di accademici o personalità laureate in arte - tra cui la figlia di John McCain, Meghan - che in passato hanno dato il loro sostegno al candidato Obama, ex studente della Columbia e Harvard, ma che, come fa notare ancora il quotidiano, ha sempre tentato di non farsi etichettare come leader dell'élite.
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